Quanto le piaceva questa parola, la usava mille volte al giorno e la pronunciava con diverse fantasiose intonazioni, reeegola, regolah, regolaaa. In tutto ciò mio fratello conduceva più o meno la stessa vita in compagnia di un’altra donna, una tipa lunga e secca e con un paio di occhialoni perfettamente tondi. Nome, Linda. Caratteristiche, vegetariana, buddista e amica di Sara da un sacco di tempo. Ogni tanto le due signore dal cuore d’oro venivano a prenderci a scuola insieme (…) ci facevano fare una sosta ai giardinetti e (…) si sedevano su una panchina a parlottare fitte fitte proprio come due mammine.
Figlia del cuore, Rita Charbonnier
Ayodele ha un fratello, Obani, e un papà. Una mamma non ce l’ha più, è venuta a mancare a causa di un incidente del quale non vuole di certo parlare. La sgangherata famiglia vive a Roma, in un casermone, una sorta di alveare, con tante altre famiglie disastrate. Il tutto gestito da pinguine che parlano anche inglese, perché papà – originario della Nigeria – parla solo inglese.
Papà non riesce a trovare un lavoro stabile: ne inizia tanti, ma nessuno dura più di un battito di ciglia. Forse nemmeno più di tanto si impegna nel cercare un’occupazione. I figli a scuola ci vanno, malissimo, ma ci vanno. Si fa cena davanti alla TV, senza nemmeno lavarsi le mani, ruminando cibo spazzatura che Ayodele tanto ama: panini, tranci di pizza, patatine. Cose pronte, che costano poco.
Così non va. Due ragazzi come Ayodele e Obani meritano di meglio. Il papà lo sa e quando i Servizi Sociali si interessano della storia dei due fratellini, papà non si fa problemi a firmare senza leggere tutti i fogli che gli specialisti portano.
Ecco come Sara e Linda irrompono – e soprattutto, rompono – nella vita di Ayodele e Obani. I Servizi Sociali, in accordo con papà, avviano un affidamento alle due signore italiane e Ayodele viene assegnata a Sara, mentre Obani a Linda; le due donne sono amiche, hanno alle spalle una tragica esperienza comune, e proprio a causa di quest’ultima hanno dato disponibilità per gli affidi famigliari.
Per Ayodele è un trauma. Sara è una marziana che dà ordini, che emana regole, che vuole insegnare a tutti i costi tante cose che Ayodele non ha nessuna voglia di imparare. A lavarsi sempre le mani prima di mangiare, a guardare la TV solo mezz’ora al giorno, a indossare le mutandine, a fare i compiti in modo ordinato.
Ayodele ha un disturbo del linguaggio e della comprensione dell’italiano: ci mancavano i logopedisti interpellati da Sara! Quella Sara che rende la vita impossibile ad Ayodele, che la iscrive a tradimento a corsi di nuovo o di teatro – che lei odia; che le vorrebbe tagliare le treccine afro; che la vuole precisa e ordinata proprio a sua immagine e somiglianza. Per fortuna, in questo marasma, c’è la mamma di Sara, nonna Angela: lei si che è la dolcezza fatta a persona.
Se Obani con Linda si trova tutto sommato bene, Ayodele la vive con qualche disagio in più. Sarà perché ricorda di più la mamma, essendo la sorella maggiore, e il papà, e quando loro erano una famiglia disagiata ma tanto felice.
Ayodele si costruisce un’immagine distorta di Sara e del suo gesto riguardo all’affido. Brucia nel cuore di Ayodele la morte della madre e, ora, la fuga del padre in Germania.
Perché quello che Sara voleva veramente, ormai era evidente, era UN bambino, uno solo, che fosse tutto suo (…) “Tu non sei una mamma vera e non lo sarai mai” le ho detto. “E se invece di me ti capitava un altro bambino, per te era uguale.” Era il discorso più lungo che avessi mai fatto in sua presenza, ma lei non ha esattamente cantato vittoria. E’ scattata in piedi e se n’è scappata in bagno, fine della discussione (…)
“Figlia del cuore” di Rita Charbonnier, pubblicato da marcos y marcos, è un dolcissimo romanzo, breve e intenso, che tratta due temi di notevole importanza e delicatezza: l’affidamento famigliare e l’adozione in Italia. A raccontare la storia, con schiettezza e senza sconti, è Ayodele, l’allora piccola – e ormai diciottenne – protagonista. Il percorso di Ayodele e Sara è tutto in salita, difficoltoso e accidentato: ogni piccola conquista è da celebrare, ma a questa spesso seguono scivoloni.
Il romanzo, narrato in prima persona, emoziona e coinvolge chi legge pagina dopo pagina; ci si ritrova a sperare con Ayodele, ad essere infastiditi da Sara e improvvisamente a cambiare completamente idea e a voler bene a quella marziana bianca che tanto si spende per la bambina in difficoltà.
Lo consiglio vivamente, “Figlia del cuore”, un romanzo che scorre in fretta ma capace di lasciare il segno.
Titolo: Figlia del cuore
L’Autrice: Rita Charbonnier
Editore: marcos y marcos
Perché leggerlo: perché è un delicato libro che tratta le tematiche dell’affido famigliare e dell’adozione in Italia
(Riproduzione riservata)
Rinnovo la mia dichiarazione di curiosità per questo libro: dopo aver letto la tua riflessione, sono ancor più decisa a leggerlo. Fra l’altro tocca delle situazioni che sempre più di frequente ci si trova a dover gestire anche a scuola, dove accogliamo alunni nelle situazioni più disparate… Questo genere di letture serve anche ad acuire la sensibilità che dobbiamo avere come educatori. Grazie del suggerimento e, dato che ormai ci siamo, buone feste!
"Mi piace"Piace a 2 people