Com’è andato il mio viaggio (letterario) nel Grande Medio Oriente

Al termine dello scorso anno, tirando le somme delle mie letture, era emersa la netta prevalenza di libri scritti da autori europei e ambientanti in Europa. Così, tra i buoni propositi di lettura per il 2021 mi ero proposta di leggere romanzi, saggi o altre narrative centrate nei Paesi che costituiscono il Grande Medio Oriente, luoghi talvolta inaccessibili o difficili da vivere, ma capaci di affascinarmi.

Ero bambina quando grazie ai fumetti allegati al “Giornalino” (rivista che adoravo) incontrai per la prima volta le storie de “Le mille e una notte“, maestoso classico della letteratura araba. La fervida immaginazione di una piccola lettrice – il pensiero magico, direi oggi – era capace di credere che i geni vivessero dentro le lampade, che i tappeti volassero, che esistessero fate e jinn malvagi e cavalli alati, che i marinai potessero vivere tutte quelle avventure.

E poi, i nomi delle città di quest’angolo di mondo, così ricche di suggestione: Baghdad, Samarcanda, Bassora, Il Cairo, Damasco, Teheran: mi ritrovavo a cercare sulle mappe geografiche le città e le regioni, seguivo pianure, corsi d’acqua e scalavo montagne scorrendo il dito indice sulle cartine; e nel frattempo, sognavo. Insomma, ecco da dove deriva il mio incanto verso queste terre. E ora che ne conoscete l’origine, vi racconto com’è andato il mio viaggio (letterario) attraverso questo angolo di mondo.

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Egitto

Memorie di una donna medico” di Nawal al-Sa’dawi, tradotto da Stefania Dell’Anna, è una pietra miliare delle idee femministe del mondo arabo: l’intenso racconto della vita di una donna che decide di ribellarsi alle convenzioni che da tempi immemori soggiogano le donne egiziane, è un libro interessante per avvicinarsi alla cultura egiziana e al pensiero femminista, tematiche che sono ancora e sempre molto attuali.

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Iraq

In terra straniera gli alberi parlano arabo” di Usama Al Shahmani, tradotto da Sandro Bianconi, è un romanzo diviso tra Iraq e Svizzera, intenso, forte, poetico. Usama abbandona l’Iraq devastato da guerre civili e invasioni; raggiunge la Svizzera e qui cerca di crearsi una nuova vita, una nuova identità. Impara il tedesco svizzero ma nei boschi parla arabo, perché gli alberi gli rispondono nella sua lingua. La sua tranquillità si incrina quando uno dei fratelli rimasti nella Baghdad assediata e invasa, scompare.

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Marocco

La terrazza proibita. Vita nell’harem” di Fatima Mernissi, tradotto da Rosa Rita D’Acquarica, è un bellissimo memoir e una stupenda riflessione sull’emancipazione femminile e sulla vita delle donne nel Marocco prima dell’indipendenza dalla Francia. Scorrevole e intrigante, la scrittura magnetica della Mernissi trasporta con facilità chi lo legge; nel libro sono ben presenti, sullo sfondo, i netti contrasti tra tradizioni e modernizzazione che caratterizzano il Marocco degli anni Cinquanta.

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Palestina

La tua bellezza” di Sahar Mustafah, tradotto da Francesca Conte, prende il via nella Chicago dei giorni nostri, quando un uomo bianco pianifica una strage nella scuola islamica femminile. L’uomo è colmo d’odio nei confronti degli stranieri, nei musulmani in modo particolare, poiché nella sua visione distorta loro sono tutti terroristi. La preside del liceo è Afaf, figia di immigrati palestinesi, che ha cercato per tutta la vita la giusta via dell’integrazione. Colmo di rimandi alla cultura d’origine dei genitori e grandiosa fotografia degli Stati Uniti prima e dopo l’11 settembre, “La tua bellezza” è uno dei migliori libri letti nel 2021.

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Siria

Damasco” di Suad Amiry, tradotto da Maria Nadotti, è un romanzo familiare coinvolgente e intrigante, scritto con uno stile fresco, frizzante e ironico. Grazie al realismo magico medio orientale, l’Autrice trasporta chi legge attraverso Siria, Palestina, Giordania e Libano, in compagnia di una famiglia davvero indimenticabile. Un’ottima compagnia per chi ama le letterature mediorientali, le ambientazioni un po’ magiche e struggenti, le scritture fresche, ironiche e frizzanti.

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Somalia

Figli dello stesso cielo. Il razzismo e il colonialismo raccontati ai ragazzi” di Igiaba Scego è un libro interessante pensato per un giovane pubblico di lettori ma un’ottima lettura anche per adulti. Igiaba è una donna di quarant’anni, che vive e lavora a Roma. Una notte, sogna il nonno Omar, mai conosciuto dal vivo; nel sogno Igiaba è una bambina di undici anni e il nonno, con grande tenerezza, decide di raccontare in prima persona alla nipotina la sua storia e, per riflesso, la storia del suo paese, la Somalia.

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Sudan

Ebola ’76” di Amir Tag Elsir, tradotto da Federica Pistono, è un breve e graffiante romanzo che racconta l’arrivo di Ebola nel Sudan meridionale partendo da un fatto reale, nell’anno 1976; l’Autore crea una fitta rete di eventi e personaggi immaginari, narra come l’arrivo di una malattia altamente infettiva e letale scombussola la società e distrugge ogni forma di solidarietà tra le persone. E’ un libro che apre a molteplici riflessioni.

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Afghanistan

Buskashì. Viaggio dentro la guerra” di Gino Strada.  Nei turbolenti anni Novanta, un gruppo di coraggiosi e intraprendenti medici e infermieri italiani apre il primo ospedale a Kabul. Gino Strada è un medico chirurgo dalle idee chiare e precise: la sua filosofia è aiutare il prossimo, il più bisognoso, l’ultimo degli ultimi, colui che soffre e che da tutti è dimenticato. Ma all’indomani dell’11 settembre, Strada e il suo team non esitano a intraprendere un viaggio lunghissimo e pericoloso, con l’obiettivo di raggiungere Kabul, riaprire l’ospedale chiuso a causa delle rappresaglie dei talebani, e aiutare la povera gente. Ecco, se leggerete il memoir di Gino Strada, questa sarà l’avventura che vi aspetta.

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Azerbaigian

I miei giorni nel Caucaso” di Umm-El-Banine Assadoulaeff, detta Banine, tradotto da Giovanni Bogliolo, racconta – attraverso la voce stessa di Banine – le vicissitudini della sua famiglia, ricca quanto litigiosa, cattiva e perfida, che travolgono, trascinano e divertono; il dissacrante ritratto che l’Autrice fa della sua vita nell’Azerbaigian, della sua famiglia e del passaggio tra ricchezza ed epoca comunista, è fantastico: permette ad un’epoca di rivivere attraverso i focosi e litigiosi caratteri dei membri della famiglia. Con toni irresistibili venati di una nostalgia dolceamara, Banine ci prende per mano e ci trasporta nel suo passato, mostrandoci gioie e dolori della sua vita precedente trascorsa tra la polvere e il lezzo del petrolio lungo le rive del mar Caspio.

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Iran

Salam, mamam” di Hamid Ziarati è buon romanzo famigliare che fotografa molto bene i difficili anni di passaggio tra il regime dell’ultimo Scià e l’instaurazione della Repubblica islamica, raccontata da un bambino che si lascia alle spalle l’infanzia e diventa pian piano adolescente.

Persepolis. Storia di un’infanzia” di Marjane Satrapi, tradotto da C. Sparagana, G. Gasparini e E. Racca, è un grafic novel che racconta con tenerezza e sensibilità l’infanzia e l’adolescenza di Marjane, l’Autrice, una bambina che vive a Teheran con i genitori. Limitazioni, difficoltà, intolleranza, paura: questi sono i sentimenti che Marjane e la sua famiglia vivono negli anni dei grandi cambiamenti storici. Cambiamenti così importanti che i genitori della ragazza si ritrovano a dover scegliere di allontanarla dall’Iran piuttosto di vederla infelice e costretta nel suo Paese.

Un popolo di roccia e vento” di Golnaz Hashemzadeh Bonde, tradotto da Anna Grazia Calabrese per Feltrinelli, è un romanzo che racconta una vita divisa tra Iran e Svezia, costellata da molti dispiaceri e vicissitudini, che in realtà mi ha un po’ delusa. Con uno stile eccessivamente asettico e asciutto, la storia mi ha coinvolta poco: avrei voluto maggiori riferimenti al contesto culturale iraniano. Forse non proprio il libro più adatto per intraprendere un viaggio letterario in Iran.

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Pakistan

La vita in alto. Una stagione sull’Himalaya” di Erika Fatland, tradotto da S. Culeddu e A. Scali, è il resoconto dettagliatissimo di una serie di viaggi compiuti dall’antropologa norvegese nella regione himalayana. Ho inserito questo libro tra le letture riferite al Grande Medio Oriente perché l’Autrice soggiorna in Pakistan, in regioni remote e spesso inaccessibili, raccontandole con vividezza e trasporto. Se leggerete le struggenti descrizioni delle montagne della catena dell’Hindo Kush e della regione dello Hunza, vi chiederete se siano un sogno o una realtà.

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Turchia

Elefteria di Istanbul” di Kemal Yılmaz, tradotto da Tina Maraucci, è un delicato e profondo romanzo sulla memoria e sull’identità, sullo sfondo degli eventi legati al pogrom di Istanbul del settembre 1955. Delicato e tenero, il romanzo dello scrittore Kemal Yılmaz affronta il pogrom di Istanbul dal punto di vista della figlia di una delle tante persone che ha dovuto abbandonare in gran fretta la terra dov’è nata perché non più gradita; identità e memoria sono i temi centrali del bel romanzo di Yılmaz, un libro piacevole e interessante da leggere perché apre al lettore una finestra su un fatto storico poco noto del Novecento ma fondamentale per riflettere quanto le minoranze siano sempre state prese come capro espiatorio e per calare quei drammatici eventi nella nostra attualità.

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Se siete giunti a leggere fin qui, avete potuto toccare con mano le mie avventure (letterario) nel Grande Medio Oriente. Il mio bilancio direi che è positivo: ho esplorato diversi Paesi, molto diversi tra loro, incontrando personaggi altrettanto diversi; grazie a romanzi e altre narrative mi sono fatta un quadro via via più chiaro della grande complessità di questa parte di mondo.

Finisce qui, il mio viaggio? Certo che no. Sul comodino e nella lista dei desideri ho molti altri libri da leggere che narrano e illustrano il Grande Medio Oriente. Se voi avete suggerimenti, lo sapete, sono tutta orecchi. Alla prossima!

3 pensieri su “Com’è andato il mio viaggio (letterario) nel Grande Medio Oriente

  1. simona bernini ha detto:

    Che bei titoli. Alcuni come Gino Strada e La tua bellezza li ho letti, altri li segno. Io ti consiglio “L’illuminazione del susino selvatico” di Shokoofeh Azar, ambientato in Iran. La storia di una famiglia iraniana, realismo magico e storia che si intrecciano.

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  2. lisecharmel ha detto:

    che bel viaggio! di questi ho letto solo Persepolis, mi hai molto incuriosita con Damasco, che pensavo fosse noiosone e invece pare di no. 🙂
    il mio viaggio letterario più bello quest’anno è stato Bussola di Enard, che si svolge proprio tra Turchia, Iran, Siria e un po’ di Europa, con tantissimi riferimenti musicali, letterari e artistici in generale. l’ho molto amato e te lo consiglio di cuore.

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