Caroline Laurent | Le rive della collera

La prigione dell’ignoranza. Quello che tutti, potenti, politici, notabili, facevano pagare agli îlois, era la loro ignoranza. Gabriel ne era convinto. Quanti di loro erano analfabeti? Marie aveva qualche ricordo delle loro lezioni alle Chagos, ma la memoria le giocava qualche scherzo. Era da così tanto che non si esercitava. E se anche l’avesse fatto, nessuno di loro parlava inglese. Persone senza risorse. Chi non sa né leggere né scrivere è vulnerabile. Ed erano stati gli stessi potenti ad aver impedito loro l’accesso alla conoscenza.
Le rive della collera, Caroline Laurent, trad. G. G. Allegri

Diego Garcia, 1967. Le isole Chagos sono una manciata di atolli corallini legate tra loro, che sorgono nel cuore dell’Oceano Indiano, abitati dagli îlois, discendenti dei primi uomini e donne con origini bantu e austronesiani che giunsero nell’arcipelago nel XVIII secolo.

Nel 1967, le isole Chagos fanno capo alle isole Mauritius, le quali sono comprese all’interno dell’Impero coloniale britannico. Qui la vita è semplice: nessuno porta con sé documenti, quasi nessuno sa leggere o scrivere, parlare inglese o francese; nessuno sa firmare un contratto, anche perché questi ultimi non esistono, eppure la disoccupazione non c’è. Le navi con i rifornimenti alimentari, medici e di prima necessità giungono di tanto in tanto da Mauritius.

Ecco la realtà dove i protagonisti della storia vivono. La protagonista, Marie, è una ragazza madre, che vive con la zia Angèle e la sorella Josette. Il senso di famiglia è molto forte e le donne condividono gioie e dolori. Un giorno come tanti, al porto di Diego Garcia arriva una nave con i soliti rifornimenti, ma a bordo vi è un giovanissimo uomo mauriziano, Gabriel Neymorin, assunto per dare una mano all’amministratore coloniale Marcel Mollinart.

Marie ammira quel giovane: non si può dire bello, ma affascinate sì. Durante una festa in spiaggia, Gabriel e Marie si incontrano, si conoscono e iniziano a frequentarsi, nonostante provengano da due contesti sociali e culturali molto diversi.

Vista aerea dell’atollo delle isole Chagos (fonte: Wikipedia)
A vederla ballare tra le fiamme, due giorni prima, era stato colto da vertigini. Quella ragazza era uno splendore. Pelle nera dai riflessi dorati. Viso tondo. Corpo sinuoso, fianchi sciolti. Era troppo! Quella gonna rialzata, che si agitava, le grida, gli uomini che la circondavano… E il suo cognome! Sembrava uno di quegli incantesimi scagliati da chi scrive romanzi.
Le rive della collera, Caroline Laurent, trad. G. G. Allegri

Gabriel e Marie sono innamorati: il loro amore permette a Joséphin di nascere. Ma in quell’epoca, assieme al piccolo Joséphin, nasce anche lo Stato indipendente di Mauritius, dopo un referendum concesso dalla Gran Bretagna.

Sembra a tutti scontato che le isole Chagos confluiranno nello stato libero di Mauritius, eppure ciò non accade per via di una serie di accordi tra la Gran Bretagna, il nuovo stato di Mauritius e gli Stati Uniti d’America. In sostanza, Mauritius viene pagata profumatamente dalla Gran Bretagna affinché le Chagos vengano mantenute nel grande impero coloniale inglese, in modo che gli inglesi possano a loro volta cedere agli americani le isole per costruire una base militare.

Già, tutto questo Gabriel lo sa, ma lo tiene nascosto all’amata Marie per proteggerla. Ciò che Gabriel non sa, però, è che gli inglesi all’indomani dell’indipendenza di Mauritius, obbligano con la forza e la violenza i chagossiani a lasciare – per sempre – le loro terre. Inizia così un esodo drammatico in cui ognuno di loro è costretto ad abbandonare la sua umile dimora per essere “deportato” a Mauritius.

Il governo di Mauritius non ha granché riguardo verso i chagossiani: concede loro di vivere in baracche di lamera o legno, ai margini delle città, senza acqua corrente pulita e senza corrente elettrica. Marie si sente tradita da Gabriel e abbandona l’isola con la sua famiglia, per andare verso l’ignoto, sebbene senza abbandonare mai la voglia di combattere e di lottare per riavere ciò che è suo di diritto e che le è stato tolto.

“Quant’è che torniamo nella nostra casa?”. Se solo sapesse! Se solo sapesse quanto avrebbe voluto tornarci anche lei!
Le rive della collera, Caroline Laurent, trad. G. G. Allegri
Isole Mauritius (Foto di Rumman Amin su Unsplash)

Nel romanzo di Caroline Laurent traspare tutta la collera dei chagossiani – e non solo loro – traditi e umiliati, persone costrette di punto in bianco a lasciare le loro cose, i loro pochi averi, per essere a tutti gli effetti portati con la forza in un luogo a loro ostile.

Le rive della collera” è un libro scorrevole, avvincente, struggente e intenso che racconta una pagina poco nota del colonialismo britannico nell’Oceano Indiano, una faccenda che ad oggi non è ancora risolta, giacché i chagossiani non hanno mai potuto tornare sulle loro isole coralline (è ancora una base militare di importanza strategica per la lotta al terrorismo internazionale, a detta degli americani e degli inglesi).

Caroline Laurent è una scrittrice francese di origini mauriziane e nella postfazione ricorda quali erano i racconti della madre nei confronti delle isole Chagos; negli anni Sessanta erano luoghi tranquilli, semplici, umili. Poi, è avvenuto il sopruso della Gran Bretagna nei confronti di queste persone. La madre della Laurent lo raccontava sempre con molta rabbia; per questo, da adulta, la scrittrice ha incontrato i chagossiani, ha ascoltato le loro storie ed è persino andata all’Aia con loro per raccogliere materiale per narrare a tutti queste vicende.

Assieme a questo sfondo storico forte e vero, c’è la storia inventata di Marie e Gabriel, due ragazzi diversi che vivono questo loro amore in un momento davvero difficile; le loro vicissitudini mi hanno appassionata molto, come mi ha colpita la lotta di un personaggio che interviene in prima persona di tanto in tanto e spiega con quanta passione combatta per veder valere i propri diritti.

Le rive della collera” di Caroline Laurent, tradotto dal francese da G. G. Allegri per e/o edizioni, è un romanzo che mostra a chi legge quanto il colonialismo abbia fatto del male, anche in un luogo sperduto che pareva quasi un paradiso in terra; ma soprattutto, mi ha aperto gli occhi sul fatto che in una parte di mondo che non conoscevo, ancora oggi il colonialismo del Novecento sta infliggendo del male alle persone, ovviamente quelle più povere e quindi più facili da ingannare.

Consiglio fortemente la lettura de “Le rive della collera” a chi, come me, è curioso di conoscere storie relative a luoghi lontani o poco conosciuti e ha a cuore i diritti di ogni singolo essere umano del mondo.

Titolo: Le rive della collera
L’Autrice: Caroline Laurent
Traduzione dal francese: Giuseppe Giovanni Allegri
Editore: e/o edizioni

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