Claudio Fava | Mar del Plata

Il Mono se lo sarebbero portati per sempre cucito sul cuore ma la vita li tirava avanti e quando hai quell’età la vita sono sempre cose da pazzi, perfino in Argentina, perfino nei giorni infami dei generali, perché a vent’anni la vita è un vento che ti si arrampica in faccia ti entra negli occhi ti scombina i pensieri e allora capisci che non c’è tempo per i rimorsi, non c’è tempo per piangersi il morto [Mar del Plata, Claudio Fava]

Nel 1978 l’Argentina si prepara ad ospitare i Mondiali di calcio e la giunta militare, comandata da Videla, ha la necessità di far sparire le persone scomode. Oppositori politici, simpatizzanti della sinistra, comunisti più o meno dichiarati, sindacalisti o semplici dissidenti: queste persone scompaiono nel nulla, nell’indifferenza generale perché la gente ha paura di parlare.

Raul è un ragazzo di vent’anni, robusto e dalle idee chiare: oltre a Teresa, ama il rugby, tutta la sua vita. Gioca nella squadra Club La Plata, allenata da Hugo Passarella, il mister sempre arrabbiato che si trascina la gamba sciancata. Il nome della squadra deriva dal Mar de la Plata, quella lingua d’acqua che entra a Buenos Aires e incanta chiunque la guardi.

(…) non gli pareva vero quello che vedeva dal finestrino della corriera adesso che le case erano finite e cominciava l’oceano, entrava dentro la terra, s’infilava in mezzo alle campagne, le allagava di un’acqua che pareva finta, una cosa dipinta come in quella cartolina che suo padre aveva mandato (…) Davanti invece c’era il mare, blu come non lo aveva mai visto, un blu denso, compatto, senza graffi, senza niente [Mar del Plata, Claudio Fava]

Dopo uno dei soliti allenamenti, Raul accompagna a casa il Mono, al secolo Javier, ma appena la Guzzi di Raul schizza via, da un’auto nera scendono uomini dalle intenzioni molto chiare: fare un paio di domande al Mono, in particolare a proposito dell’associazione studentesca che frequenta.

Quando il Mono non si presenta agli allenamenti successivi, i compagni si chiedono cosa gli sia successo e due giorni le acque del Mar del Plata restituiscono il cadavere del giocatore.

Il Mono tornò due giorno dopo. Con le mani legate dietro la schiena da due giri di filo di ferro e un buco nella nuca grosso come una noce. Tornò a galla, sulle acque sporche del Rio de la Plata [Mar del Plata, Claudio Fava]

La partita successiva si gioca in casa col Córdoba e i ragazzi del Club La Plata chiedono di poter fare un minuto di silenzio. Solo che il minuto di silenzio diventa lunghissimo, nessuno incomincia a giocare quando finiscono quei lunghissimi sessanta secondi, e il minuto arriva a durare dieci minuti.

No, un minuto non basta, ne serve un altro, e un altro ancora (…) aveva diciotto anni, pensate che ci basti un minuto? [Mar del Plata, Claudio Fava]

Dieci minuti di silenzio per un dissidente morto: per il regime è un vero e proprio affronto. Montonero, ufficiale dell’Esma  si mette sulle tracce dei giocatori, li studia, li fa pedinare, li controlla.

E li fa sparire. Uno per uno. Per ogni giocatore ucciso o scomparso, uno nuovo del vivaio viene promosso titolare e i ragazzi del Club La Plata continuano a giocare, a vincere, a fare dieci minuti di silenzio per gli amici morti.

Il mister non ha dubbi: loro li stermineranno tutti, se restano. Ma i ragazzi restano, bisogna finire il campionato, bisogna omaggiare i compagni scomparsi. Non bisogna darla vinta, a loro.

Avete vent’anni. Vi ammazzano perché non conoscono i vostri pensieri e questo li fa impazzire [Mar del Plata, Claudio Fava]

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I ragazzi della squadra di rugby decimata dal regime di Videla (fonte: Wikipedia)

Mar del Plata” di Claudio Fava, add editore, è un minuscolo libro che racconta una storia immensa e potente. È una storia vera, questa, è la storia dei rugbisti del Club La Plata sterminati dal regime militare di Videla, nel 1978. Ben diciassette ragazzi verranno massacrati o fatti scomparire dagli uomini dell’Esma e della squadra originale sopravviverà solo Raul, l’uomo che si occupa di raccontare questa storia nell’Argentina di oggi.

Ricordare fa male, ma fa anche bene“, sostiene Raul, ed è vero. Leggere questa storia è doloroso, non posso negarlo, se ci si sofferma a pensare, ci si rende conto di quanto quegli anni in Argentina siano stati bui, pericolosi e assurdi. Ma che allo stesso tempo siano stati anni pieni di voglia di ribellarsi al regime, anni fatti da persone coraggiose che con la loro morte, l’estremo sacrificio, si sono opposti e hanno provato a riscriverla, la Storia del loro Paese.

La storia dei ragazzi del Club La Plata è raccontata da Claudio Fava con estrema semplicità, senza nessun giro di parole, buttando in faccia al lettore la dura realtà: questo è quello che è successo, è andata proprio così, non nasconde nulla. Lo stile di Fava è diretto, i dialoghi serrati, le descrizioni della città, del Mar de le Plata e degli ambienti argentini sono struggenti.

S’era alzato un vento di tramontana che tagliava la faccia come una lama. Aveva spazzato per tremila chilometri una campagna di cieli bassi ed era arrivato fino alla periferia di Buenos Aires gonfio di freddo della Patagonia. Magari a Teresa sarebbe piaciuto andarsene laggiù, a cercarsi un ultimo lembo di terra di fronte ai due oceani che si mescolano. A chi sarebbe venuto in testa di andarli a cercare alla fine del mondo? [Mar del Plata, Claudio Fava]

Mar del Plata“, come dicevo, è una storia breve ma di grande potere. È la storia di chi ha detto ‘no’ e ha sperimentato sulla propria pelle cosa significasse scegliere di ribellarsi; ma con coraggio è andato avanti sulla propria strada, senza piegarsi o senza scendere a compromessi.

È una storia terribile e bellissima, una vicenda che tutti dovremmo conoscere, per renderci conto di quanto siamo fortunati, per ora, che possiamo pensarla in modo diverso rispetto ai nostri governanti e viviamo come persone libere.

(…) quel giorno l’Argentina era morta, morti gli amici, morti i suoi vent’anni. Eppure qualcosa restava, qualcosa viveva. Qualcosa che non s’era spezzata. Non ancora. [Mar del Plata, Claudio Fava]

Titolo: Mar del Plata
L’Autore: Claudio Fava
Editore: add editore
Perché leggerlo: per renderci conto di quanto siamo fortunati, per ora, che possiamo pensarla in modo diverso rispetto ai nostri governanti e conosciamo cosa significa essere persone libere
Per approfondire: La vera storia del rugby Club La Plata

(© Riproduzione riservata)

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