Ruska Jorjoliani | La tua presenza è come una città

Nella prosecuzione del mio percorso di letture sulla letteratura dell’ex-blocco sovietico, mi sono imbattuta in una vera e propria perla letteraria: “La tua presenza è come una città” di Ruska Jorjoliani (Corrimano edizioni, 169 pagine, 14 euro). Nel romanzo d’esordio la scrittrice di origini georgiane che oggi vive a Palermo racconta in modo originale circa cento anni di storia del suo paese, principalmente attraverso la voce di un bibliotecario che con lettere, oggetti e ricordi personali riporta alla luce le vicende legate alla sua famiglia.

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Titolo: La tua presenza è come una città

L’Autrice: Ruska Jorjoliani è nata a Mestia, Georgia, nel 1985. Nel 2007 si è trasferita a Palermo, dove dopo due anni dopo ha vinto il suo primo premio letterario “Mondellogiovani Sms-poesia”, dove si è laureata in filosofia, e dove vive e studia tuttora

Editore: Corrimano edizioni

Il mio consiglio: è un libro che mi è piaciuto tantissimo, e lo consiglio a chi è alla ricerca di un romanzo particolare, poetico e sperimentale, dove racconti, eventi, fiabe e oggetti narrano con maestria la vita di due amici russi e dei loro figli sovietici

Per l’intero tragitto, e successivamente lungo il cammino ghiaioso verso l’orto botanico, Viktor ci parlò delle “avventure moscovite di due sempliciotti di Misoslav”. Ci raccontò di come lui e lo zio Dima, più o meno alla nostra età, si davano appuntamento ogni venerdì pomeriggio vicino al lago che adesso faceva parte del complesso dell’orto botanico e di come passeggiavano su e giù per i sentieri acquitrinosi fino a che non si sfiancavano, si sedevano su una panchina davanti alla villa dei Šeremetev e aspettavano il tramonto. Poi il guardiano li cacciava a colpi di scopa. [La tua presenza è come una città, Ruska Jorjoliani, citazione pagina 101]

Nei primi del Novecento due ragazzini si incontrano quasi per caso a Misoslav, una cittadina russa. Il piccolo Viktor Almasov per mano al papà veterinario e il piccolo Dimitri Florensov per mano a suo nonno Kirill. Entrambi sono alla ricerca del diacono e quello è il primo tratto di strada che percorrono assieme i due ragazzini.

Col passare del tempo, Viktor e Dimitri mostrano le loro inclinazioni, il primo si dedica alle scienze e diventa ingegnere specializzato in costruzione – e distruzione – di ponti, mentre il secondo dall’animo poetico diventa professore di letteratura russa. Ma se l’amicizia che lega Dimitri e Viktor è solida e condivisa, non si può dire lo stesso dei loro pensieri riguardo alla rivoluzione russa.

Dimitri, infatti, non crede nella causa sovietica, né nella rivoluzione, e un giorno dopo un acceso dibattito con l’amico Viktor, Dimitri entra in aula e di fronte ai suoi studenti stacca il ritratto di Lenin 20 x 30 e lo fa volare dalla finestra. Questa libertà costerà molto cara al professore antirivoluzionario: Dimitri dapprima verrà rinchiuso in prigione e poi mandato al confino nelle gelide e inospitali isole Solovki, nel Mar Bianco.

Viktor viene costretto dagli inquirenti a compiere un gesto che non avrebbe voluto fare e pentito prende con sé Šošanna e Kirill, moglie e figlio neonato di Dimitri, dividendo lo stesso tetto con la moglie Alina e il piccolo Saša. Saša e Kirill crescono assieme, tanto che quando andranno a frequentare l’università a Mosca tutti li crederanno fratelli di sangue. Ma entrambi, sia Saša Almasov che Kirill Florensov, pur non essendo fratelli, hanno in comune il sapersi distinguere rispetto agli altri studenti.

Almasov un giorno mi disse che il suo eroe era suo padre, e quando gli chiesi tra Stalin e suo padre chi fosse secondo lui l’eroe più grande, non mi rispose nulla. Questa storia la raccontai a casa e i miei mi dissero che era meglio tenermi alla larga da lui. Ora capisco che avevano ragione (…) Sì, ma gli eroi mica crescono i figli dei nemici del popolo come fossero i propri, ed è ciò che pare sia accaduto nel caso degli Almasov. Compagni, qui abbiamo a che fare con qualche buon germe in mezzo a tanta gramigna, e un buon contadino, quando toglie la gramigna, la toglie tutta (silenzio). [La tua presenza è come una città, Ruska Jorjoliani, citazione pagine 125-126]

E’ il bibliotecario Saša, oramai adulto, che con tono poetico e lirico snocciola al lettore pochi ricordi alla volta, spesso giocando con il tempo, anticipando qualche evento che verrà compreso solo qualche pagina dopo, arrivando ad ottenere un risultato narrativo sorprendente dove ogni singolo dettaglio trova il suo posto nel romanzo.

Leggere il romanzo “La tua presenza è come una cittàè come iniziare un lungo viaggio in treno: ve li immaginate i vetri del vagone ricamati dal ghiaccio mentre voi siete comodamente seduti nelle poltroncine e gettate l’occhio all’immenso paesaggio russo? Ad ogni stazione, ecco spuntare un racconto di Saša, qualche parola in più che messa assieme alle altre dà il senso della storia. Stazione dopo stazione, racconto dopo lettera, oggetto dopo fiaba russa, il treno sferragliante giunge alla lontana stazione finale: i passeggeri scendono dai convogli, con il cuore leggero, dopo che ogni tassello narrativo ha regalato chiarezza a questo breve ma immenso romanzo.

9 pensieri su “Ruska Jorjoliani | La tua presenza è come una città

  1. Penny Lane ha detto:

    Anche qui ci ritroviamo sulla stessa lunghezza d’onda! La narrazione di Ruska è così sapiente da prendere per mano il lettore e condurlo attraverso decenni di storia, esattamente come un lungo viaggio in treno come dicevi tu. Anche qui ci si affeziona ai personaggi con le loro debolezze e la loro grande umanità.
    Un esordio davvero straordinario!

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    • Claudia ha detto:

      Sì, concordo decisamente con te: incredibile pensare che sia un esordio, è evidente che dietro a questo romanzo c’è davvero tantissimo lavoro. E il risultato è una storia bellissima, ricca di poesia e umanità!

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  2. Rolando Profita ha detto:

    Dalle poche righe si intuisce che Ruska non si fermerà a questo esordio: sono rari i casi di chi dopo un premio letterario giovanile trova già un coraggioso editore che la pubblica.
    PS: la foto delle isole Solovki mi ha fatto ricordare il grande matematico, filosofo e sacerdote Pavel A. Florenskij (assonanza con il personaggio di Florenzov) che deportato nel remoto monastero e rifiutando poi l’esilio, finì poi fucilato senza motivate accuse. Le lettere scritte ai familiari durante i lunghi anni di detenzione sarebbero da leggere nelle scuole.
    In italiano Mondadori ha pubblicato Non dimenticatemi.

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    • Claudia ha detto:

      Auguro una carriera da scrittrice a Ruska Jorjoliani perche se la merita di certo. Costruire un romanzo così non deve essere stato facile, visto l’ottimo risultato narrativo.
      Ti ringrazio per il consiglio letterario sulla figura di Pavel A. Florenskij: cercherò di procurarmi quel libro per proseguire il mio percorso di letture russe! Grazie! Claudia

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    • Ruska ha detto:

      La ringrazio, caro Rolando, per i suoi gentili auguri e l’intuizione avuta attorno al parallelismo con la figura di Florenskij. Il libro è di fatto un omaggio non dichiarato ma sommesso (come avrebbe gradito lui stesso), nostalgico e pulsante d’affetto proprio a questa grande figura della storia del pensiero russo (ma non solo, poiché era cresciuto in Georgia e aveva la madre armena). Florensov, a parte l’assonanza con il suo, è il cognome del suo primo mentore e maestro, colui che l’avviò verso gli studi teologici e filosofici. Alcuni aspetti della biografia del mio personaggio Dimitri sono ripresi dalla sua: il piroscafo con il quale arriva alle Solovki si chiama Gleb Bokij, esattamente come quello con cui ha viaggiato Florenskij; il figlio si chiama Kirill come il figlio maggiore di Florenskij, e, infine, le due lettere che Dimitri spedisce dalle Solovki sono chiaramente ispirate a quelle scritte da Florenskij, degne davvero, come con tanto acume osserva lei, di essere lette e studiate nelle scuole.
      Ringrazio ancora lei e Claudia per lo sguardo vigile e sensibilmente orientato verso qualcosa di non immediato, affiorante soltanto, ma vero, attivo, che ha bisogno di essere scoperto, difeso. È questo il senso più nobile della letteratura, della cultura tutta, e voi vi trovate al suo interno, portatori del suo migliore segno.

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      • Claudia ha detto:

        Ruska, grazie per le precisazioni e per averci parlato della figura di Florenskij. Questo personaggio apparentemente dimenticato mi ha affascinata e credo che cercherò il libro citato da Rolando!

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  3. Shorena ha detto:

    Complimenti cara Rusca, oggi ti ho ascoltata a Rai 3 mi sono emozionata ti ho visto a caso, Congratulazioni alla tua carriera mi piacerebbe avere il libro grazie

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