“La grande invasione” Festival della Lettura | Le mie riflessioni conclusive

Negli scorsi giorni ho partecipato alla terza edizione de “La grande invasione Festival della Lettura” che si è tenuto nella città di Ivrea, in Piemonte. Chi di voi lettori mi segue anche sulla pagina facebook, avrà certamente visto i miei entusiastici post condivisi durante la manifestazione.

La terza edizione de “La grande invasione” ha chiuso i quattro giorni di incontri ed eventi con oltre 12.000 partecipanti: questo elevato numero di utenti per una città “piccolina” come Ivrea fa di certo capire agli organizzatori quanto sia stato apprezzata la manifestazione. In totale gli appuntamenti sono stati 93, parecchi hanno registrato sold out e sovraffluenza.

E’ decisamente confortante una tale affluenza alla pacifica invasione che ha visto protagonisti i libri e gli autori: fa capire che i lettori esistono ancora, anche se i dati dell’ISTAT sulla lettura in Italia sono sempre più inquietanti:

Sicuramente il successo di questo festival dimostra che non si sta smettendo di leggere e che la lettura è ancora un piacere fondamentale”, sottolineano Gianmario Pilo e Marco Cassini, ideatori e curatori della Grande invasione “per il 2016 stiamo pensando a nuovi luoghi da invadere per soddisfare le tante richieste del pubblico, che ringraziamo per aver risposto alla chiamata così numeroso” (fonte: newsletter della manifestazione a cura di Clio Amerio).

Nuovi libri che invadono la mia libreria…!

Per raccontarvi la mia avventura a “La grande invasione“, inizio dalla fine, ovvero da quali libri ho acquistato e dei quali leggerete prossimamente le mie recensioni.

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Quattro nuovi libri invadono la mia libreria (foto: Claudia)

Se l’editore Iperborea lo conoscevo già, data la mia immensa passione per il Grande Nord, gli editori Sur e Minimum Fax li ho cosciuti durante “La grande invasione” e vi anticipo che ho già letto – e apprezzato molto – “Signorina Cuorinfranti” di Nathanael West e anche “Il pozzo” di Juan Carlos Onetti, che sarà la prossima recensione in programma sul blog.

Lo scrittore che imparò l’italiano per dialogare con i suoi lettori

Il primo incontro al quale ho partecipato, è il dialogo tra Emilia Lodigiani e Bjorn Larsson, ovvero l’editrice e il suo scrittore. La prima sorpresa è veder salire solo la signora Lodigiani e il signor Larsson sul palco, mentre mi chiedo “ma dov’è l’interprete?“, il signor Larsson inizia a parlare in perfetto italiano, partendo con una simpatica battuta a cui segue la fragorosa risata dal pubblico accalcato nella Sala Santa Marta: il signor Larsson si definisce un “barbaro” e fa un simpatico gioco di parole sul titolo della manifestazione e le storiche invasioni barbariche ad opera dei popoli nordici.

Con una conversazione brillante, ironica e divertente, Emilia e Bjorn ci raccontano come si sono incontrati grazie al romanzo “La vera storia del pirata Long John Silver“, il primo romanzo del signor Larsson tradotto e pubblicato in Italia. Dopo la pubblicazione del romanzo, Bjorn Larsson viene sempre più spesso in Italia, ma l’avere appresso un interprete gli pesa e così dopo aver imparato l’inglese, il francese, un po’ di spagnolo, decide di iniziare a studiare l’italiano per dialogare con i suoi lettori italiani (“ho imparato l’italiano ascoltando un canale che trasmetteva partite di calcio, commenti alle partite, un programma sui camion e le vite dei santi“). Mi rendo conto della complessità di imparare l’italiano, con quella grammatica balorda che molti di noi non conosciamo o non ricordiamo più, quindi massima stima per il signor Larsson.

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Bjorn Larsson ed Emilia Lodigiani in conversazione a “La grande invasione” (foto: Claudia)

Ci racconta poi del rapporto tra i nordici e il mare, le differenze tra i loro popolo e il nostro (“è inaccettabile per noi svedesi che voi mamme italiane rassettiate il letto ad un diciassettenne!“) e il terrore di noi italiani nello stare da soli, anche solo il tempo di un pranzo (“sopratutto al Sud, mangiare da soli è visto come un fallimento sociale“).

Ma il signor Larsson tocca anche temi più legati alla scrittura, come l’urgenza che tutti noi abbiamo di scrivere e di parlare di noi stessi, il rapporto tra lui stesso e la casa editrice Iperborea (“è come una casa“), i vantaggi di aver pubblicato con un piccolo editore indipendente (“siamo alla quattordicesima ristampa, forse un grande editore dopo tanti anni mi avrebbe dimenticato“). E poi, Emilia pone a Bjorn la domanda che io vorrei fare ad ogni scrittore: “qual è il libro italiano più bello che hai letto?” “Il deserto dei tartari di Buzzati“. E mentre il pubblico applaude Larsson e anche un po’ il nostro Dino Buzzati, io mi appunto mentalmente che devo leggere quel libro (tra l’altro, uno dei preferiti di Marco Missiroli).

Nickolas Butler, lo scrittore che incanta con le parole e la musica

Nella stessa sala, dopo il signor Larsson, è in programma l’incontro tra Nickolas Butler e la sua traduttrice Claudia Durastanti, nel quale parlano del libro d’esordio di Butler, ovvero “Shotgun Lovesongs” edito in Italia da Marsilio. Io non ho ancora letto questo romanzo, ma sicuramente me ne procurerò una copia perché dopo l’incontro ne sono uscita decisamente incuriosita.

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Nickolas Butler in dialogo con la sua traduttrice Claudia Durastanti (foto: Claudia)

Butler è un ragazzone un po’ timido, con il bel viso coperto da una folta barba e le sue risposte sono laconiche ed essenziali; racconta al pubblico come sin da ragazzino abbia sempre desiderato fare lo scrittore, ma prima di essere scrittore è stato un lettore e sin da piccolo ha frequentato la biblioteca della scuola, che lo ha formato e gli ha cambiato la vita. In particolare, il romanzo “Cavalli selvaggi” di Cormas McCarty.

Racconta ovviamente del libro, che probabilmente diventerà un film (anche se l’incontro che ha avuto con la casa produttrice che ne ha acquistato i diritti è stato uno dei momenti più imbarazzanti della sua vita) e lancia un messaggio a noi lettori: come i protagonisti del libro, non dobbiamo rimandare le cose, gli eventi della nostra vita, ma dobbiamo lanciarci, anche se non ci sembra il momento giusto.

L’esordio, ovvero come nasce uno scrittore

L’ultimo appuntamento al quale partecipo, è “Esordire” con tre autori italiani che hanno pubblicato i loro libri per la prima volta l’anno scorso in Italia. Si tratta di Mario Pistacchio e Laura Toffanello che hanno scritto “L’estate del cane bambino” per la casa editrice 66thand22and e Iacopo Barison che ha scritto “Stalin + Bianca” per la casa editrice Tunué.

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Da sinistra a destra: Mario Pistacchio, Laura Toffanello, Andrea Coccia e Iacopo Barison (foto: Claudia)

In questo incontro gli autori hanno colloquiato con Andrea Coccia, che ha chiesto loro diversi pareri su argomenti quali: i vantaggi di scrivere con una piccola-media casa editrice, il rapporto tra editore e scrittore, cos’è un agente letterario e cosa ne pensano gli autori dell’autopubblicazione e della pubblicazione a pagamento (tra l’altro, di questo argomento spinoso vorrei parlarne meglio sul blog, prima o poi!).

E ora, aspettiamo la quarta edizione…!

Questi tre sono gli incontri ai quali ho partecipato, tutti decisamente ben organizzati, gli orari sono stati rispettati e al termine di ogni incontro i lettori-spettatori hanno avuto la possibilità di scambiare qualche parola con gli scrittori ospiti e gli editori.

Il bilancio di quest’avventura letteraria è più che positiva: oltre all’incontro con autori molto simpatici o molto timidi, ho avuto la possibilità di conoscere finalmente dal vivo due blogger che si occupano di libri che seguo da tempo, ovvero Elisa “La Lettrice Rampante” e Francesca “Nuvole d’inchiostro”.

Ora attendo la prossima edizione, che si terrà ad Ivrea dal 2 al 5 giugno 2016!

 

2 pensieri su ““La grande invasione” Festival della Lettura | Le mie riflessioni conclusive

  1. Athenae Noctua ha detto:

    Quanto vorrei partecipare a queste manifestazioni: sono anni che sogno il Salone, ma non ci sono mai le condizioni favorevoli per ritagliarmi i due-tre giorni che per forza di cose mi serviebbero per gustarmelo. Anche questa “Grande invasione” mi incuriosisce, tanto più che hai sottolineato l’occasione di incontro con nuovi autori ed editori, che è poi il motivo per cui mi attraggono questi eventi: toccare con mano i progetti degli editori è un’esperienza più decisiva che scorrere gli scaffali sperando nel colpo di fortuna che porti alla scelta azzeccata. Vicino a me c’è il Festivaletteratura, ma è molto più centrato sugli incontri e i dibattiti che sulla promozione editoriale, anche se bastano la cornice e i grandi ospiti a farne una grandissima occasione culturale. Chissà che non ci sia modo di partecipare a qualche altra manifestazione librosa e, magari, di incontrarci! Intanto buone letture (anche se, visto il mio ritardo nel commentare, immagino tu abbia già fatto fuori le scorte di libri)! 😉

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    • Claudia ha detto:

      Ciao Cristina! “La grande invasione” era davvero un festival interessante, e per essere ospitata in una piccola cittadina di provincia devo dire che l’organizzazione era ottima e gli autori partecipanti molto prestigiosi.
      Spero che ci sarà modo di incontrarci davvero, sarebbe molto carino organizzare un raduno blogger al #SalTo16 e unire le regioni d’Italia con la passione per la lettura!

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