Barcellona | Diario di viaggio #2

Continua il mio diario di viaggio a Barcellona, dopo la puntata della scorsa volta, vi racconto com’è andato il secondo giorno in questa splendida città catalana. Se siete pronti per partire, indossate scarpe comode perché la seconda giornata abbiamo praticamente solo girovagato a piedi, poiché la Ciutat Vella (la città vecchia) è possibile vederla bene solo se si passeggia; di buon’ora dopo un’ottima colazione alla Casa Consell Guest House, partiamo a piedi verso il centro della Ciutat Vella. Il programma è molto ricco e la bellissima giornata di sole invoglia a stare fuori e a godere delle bellezze che la città regala. Entonces, vamos!

Le meraviglie del Barri Gòtic

Quando arriviamo di fronte alla Catedral  sono davvero emozionata: io adoro lo stile gotico e con la mia guida Lonely Planet ci rechiamo all’interno della grande chiesa (ingresso gratuito). L’interno della Catedral è un grande spazio diviso in una navata centrale e due laterali decorate con due file di colonne altissime e slanciate. Fortunatamente, la Catedral è una delle poche chiese di Barcellona scampate ai bombardamenti durante la Guerra Civile Spagnola negli anni Trenta. Le decorazioni interne non sono sfarzose, ma nonostante la sobrietà la Cattedral è davvero rimasta nel cuore.

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La facciata principale de la Catedral, in Plaça de la Seu (foto: Claudia)

Di fronte all’altare principale vi è una scalinata che scende nella cripta di Santa Eulalia, ove le spoglie della ragazzina patrona di Barcellona riposano. La cripta è visibile solo dall’esterno di una pesante cancellata di ferro battuto.

Ciò che ha reso davvero unica la visita alla Catedral è il claustre, il chiostro (entrata gratuita), che vi consiglio di non perdere. Sarete sorpresi dal vedere ben tredici oche bianchissime e pasciute nuotare e osservare curiose i turisti nel chiostro. Perché ci sono tredici oche nel chiostro della Chiesa principale di Barcellona? Perché questi pennuti rappresentano l’età di Santa Eulalia quando fu martirizzata e generazione dopo generazione, queste candide ochette sin dal Medioevo popolano questa zona del claustre.

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Un’ochetta curiosa nel claustre della Catedral (foto: Claudia)

Usciti da la Catedral, inizia una passeggiata tra i vicoli del Barri Gòtic: qui potreste stare una vita e continuare a sorprendervi per le bellezze architettoniche di queste vie strettissime dalle case altissime. Questo è un quartiere medievale che non ha (quasi) subito modifiche nel corso degli anni, ed è stato per me come fare un salto nel tempo.

Poiché la mia guida citava il quartiere ebraico El Call, ci abbiamo fatto un salto, anche se purtroppo la Sinagoga Major, riportata casualmente alla luce nel 1996, era ancora chiusa (apre alle 10.30 e l’ingresso è gratuito). Il quartiere ebraico è ricco di storia e di dolore: la popolazione degli ebrei fu decimata nel 1391 durante un massacro.

Continuando a perderci tra i vicoli, per puro caso arriviamo in Plaça de Sant Jaume, che è un’elegante piazzetta con due palazzi molto importanti della città: il Palau de la Generalitat de Catalunya e l’Ajuntament de Barcelona (il municipio). Plaça de Sant Jaume è il fulcro della vita politica della città da circa 2000 anni, sin dai tempi dei romani.

La mia prossima tappa è Plaça Reial per un motivo storico molto carino: qui i reali Spagna Ferdinando e Isabella di Spagna ricevettero Cristoforo Colombo dopo il suo primo ritorno dalle Americhe. Una curiosità: se osservate i lampioni della piazzetta potreste riconoscere la mano del genio Antoni Gaudì, perché sono opera sua. Oggi la piazzetta è circondata di edifici in stile neoclassico, ricca di bar e ristoranti molto carini e ottimi per una sosta prima di buttarsi nel chiasso della Rambla.

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La piccola ma bellissima Plaça Reial (foto: Claudia)

El Raval, da quartiere malfamato a piccolo gioiello

Si dice che El Raval qualche anno fa fosse un posto losco e poco indicato per un turista un po’ inesperto della città, tanto che gli abitanti di Barcellona hanno coniato un modo di dire per chi andava a passeggiare nel Raval: ravalejar.

Oggi il quartiere è sicuro (con le dovute attenzioni come nel resto della città) e proprio in questo quartiere ho trovato alcune tra le cose più belle di Barcellona. Anzitutto, il Raval è un quartiere multietnico: qui potrete trovare ristoranti con cucine orientali e molti minimarket cinesi, indiani, indonesiani.

Noi attraversiamo la Rambla dels Caputxins e ci dirigiamo verso il cuore del Raval per esplorare questo quartiere. La mia meta principale è l’Antic Hospital de la Santa Creu, che oggi non è più un ospedale ma ospita alcune università e la Biblioteca de Catalunya. Ma zigzagando tra le viuzze strette e le case alte, seguendo i cartelli per l’Hospitàl, per puro caso ci imbattiamo in una chiesetta magnifica; sì, perché come vi dicevo Barcellona è così: mi ha sorpresa per tutta la durata del viaggio.

La chiesetta è la Parròquia de Sant Pau del Camp, che si trova in Carrer de Sant Pau, a circa 250 metri dalla Rambla del Raval; la chiesetta è la struttura romanica più bella della città e il piccolo chiostro è un vero gioiello del XII secolo (ingresso: 3 €).

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Il magnifico chiostro della Parròquia de Sant Pau del Camp (foto: Claudia).

La chiesa è antichissima, la sua fondazione iniziale risale agli anni tra l’897 e il 911 d.C.; sulla facciata della chiesa si ammirano dettagli scultorei visigoti e l’intera struttura è immersa in un quieto parco alberato ricco di palme dove nidificano graziosi pappagallini verdi. Entrando, vi verrà dato un depliant con alcune informazioni interessanti.

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L’abside della Parròquia de Sant Pau del Camp, immerso in un verdissimo parco (foto: Claudia)

Ritornando sulla Rambla del Raval ammiriamo El Gato del Raval, una curiosa scultura di Amedeo Modigliani che rappresenta un gatto pasciuto e sorridente.

Finalmente, dopo una bella passeggiata, arriviamo nel cortile dell’Antic Hospital de la Santa Creu, uno dei luoghi più rilassanti e tranquilli della Ciutat Vella. La costruzione dell’antico ospedale risale al 1401 e per lungo tempo fu considerato uno dei migliori ospedali dell’Europa Medievale. Oggi, come dicevo, non è più un ospedale, ma lo è stato sino agli anni Trenta del Novecento; proprio in questa struttura, nella parte dedicata ai poveri e agli indigenti, fu ricoverato in fin di vita Antoni Gaudì, dopo essere stato investito da un tram. E proprio in questi stanzoni, l’architetto che ridiede vita alla città con le sue opere visionarie e grandiose, morì solo e povero il 10 giugno del 1926.

Entrando da Carrer de l’Hospital vi troverete immersi nella quiete di un cortile ricco di alberi di mandarini e altri agrumi selvatici. Salendo le scale di pietra si arriva di fronte ad una delle cose che avevo segnato nella lista “dei posti imperdibili”: la Biblioteca de Catalunya (ingresso gratuito).

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Il rilassante giardino di agrumi del cortile interno dell’Antic Hospital de la Santa Creu (foto: Claudia)

Entrata in biblioteca, ero molto emozionata. Questo edificio ospita alcuni tra i libri più antichi che riguardano la storia della Catalogna. Le immense sale di lettura si aprono sotto ampi arcate di pietra dallo stile gotico. Insomma, un luogo unico e bellissimo che mi è rimasto nel cuore.

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L’ampia sala della Biblioteca de Catalunya (foto: Claudia)

Dopo tutti questi passi, complice il caldo ventilato, decidiamo di mangiare qualcosa per pranzo; e quale luogo è meglio del Mercat de la Boqueria per ristorarsi all’ombra di una palma?

Il Mercat de la Boqueria è uno dei mercati alimentari più grandi d’Europa. Qui potrete trovare ogni sorta di cibo, dalle specialità catalane e spagnole alla cucina etnica; per i carnivori ci saranno tanti tipi di carne e panini farciti, per i vegetariani tantissime opzioni e sopratutto ottime e fresche macedonie di frutta.

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I colori del Mercat de la Boqueria e i cibi decisamente invitanti in un giorno di sole e vento (foto: Claudia)

Le cronache riportano che il luogo ove si tiene il Mercat oggi era già attivo nel 1217 e nonostante ora sia un luogo un po’ turistico, alcuni catalani vanno ancora a fare la spesa alla Boqueria. Mangiare qui conviene perché costa poco e la qualità del cibo è ottima, basti pensare che alcuni dei migliori ristoranti della città si riforniscono qui. Così, dopo una buona insalata di pasta, un toast catalano e una coppa gigante di frutta fresca, riprendiamo l’esplorazione della città, diretti finalmente verso il mare.

Sole, mare e palme lungo la Ronda del Litoral e alla Barceloneta

La lunga passeggiata sul litorale di Barcellona è ideale in una giornata di sole per rilassarsi dopo la visita dei quartieri della Ciutat Vella. Dal Mercat de la Boqueria si riprende la Rambla de Sant Josef e si arriva al grandioso Monumento a Cristoforo Colombo. Da qui, si prosegue lungo la Ronda del Litoral fino alla Playa de la Barceloneta.

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La Ronda del Litoral in una bellissima giornata di sole (foto: Claudia)

La passeggiata è molto lunga, ma decisamente piacevole. Si incontra il porto turistico dove approdano le navi da crociera, si vede il palazzo a forma di vela che diventa sempre più grande e finalmente si giunge alla famosa Playa de la Barceloneta, un piccola lingua di sabbia dorata con un mare molto pulito.

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La Playa de la Barceloneta (foto: Claudia)

La Ribera, il quartiere di Barcellona con il nome più lungo

Che io sia appassionata di parchi cittadini, non ne faccio mistero, per questo tra gli imperdibili da visitare a Barcellona avevo incluso anche il Parc de la Ciutadella, nel cuore della Ribera. Dopo una sosta alla spiaggia, a piedi fatichiamo un po’ a trovare il Parc de la Ciutadella perché sbagliamo la deviazione e facciamo un giro più lungo che ci porta via più tempo, ma visitare il parco vale assolutamente la pena.

Il Parc de la Ciutadella (ingresso gratuito) fonda le sue origini alla fine della guerra di successione spagnola, quando Filippo V rase al suolo una parte della Ribera e ci costruì una fortezza. Il fortino divenne simbolo dell’odio che i barcelonis provavano verso i re borbonici di Madrid, e l’odio aumentò quando la fortezza divenne una prigione per dissidenti. Nel 1869 il fortino fu distrutto e il Parc de la Ciutadella divenne uno dei simboli dell’Esposizione Universale di Barcellona del 1888.

Oggi all’interno dei confini del parco, in quello che era in origine l’arsenale della fortezza di cui vi ho parlato, sorge il Parlament de Catalunya (che è possibile visitare gratuitamente ma solo al sabato e la domenica).

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Il suntuoso palazzo del Parlament de Catalunya (foto: Claudia)

Ma il pezzo forte del grande parco, oltre alla fantastica scultura del Mamut col quale da brava paleontologa non ho potuto non farmi un selfie, è la Cascada la fontana più originale che ho visto a Barcellona. La Cascada fu creata a fine Ottocento dall’architetto Josep Fontserè, ma il nostro architetto Antoni Gaudì diede lui una mano (i draghi sono suoi, solo Gaudì poteva mettere draghi ovunque). Nei pressi della Cascada si possono noleggiare barche a remi per navigare negli specchi d’acqua del Parc.

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La Cascada, la fontana più bella del Parc de la Ciutadella (foto: Claudia)

All’uscita del Parc si intravede l’Arc de Triomf lungo Passeig de Lluis Companys. L’Arc è una struttura rossa che dovrebbe imitare l’Arco di Trionfo di Parigi, perché all’epoca della sua costruzione (durante l’Expo del 1888) non vi era nulla per cui trionfare, dato che la loro Expo fu un fiasco dal punto di vista commerciale. Resta comunque un monumento molto carino e originale.

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L’Arc de Triomf lungo Passeig Lluis Companys (foto: Claudia).

Ma ciò che di più bello, a mio avviso, custodisce la Ribera è la Eglésia de Santa Maria del Mar (ingresso gratuito). Nel cuore del Born, inserita nella Ribera, si trova la chiesa gotica catalana più bella della città. Eretta nel XIV secolo in tempo record per l’epoca (solo 54 anni), la chiesa è austera e sobria ma bellissima.

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Le vetrate della Eglèsia di Santa Maria del Mar (foto: Claudia)

Dall’esterno trasmette solo rigore, ma all’interno è luminosa e suddivisa in tre navate divise da colonne altissime e slanciate. Le decorazioni sono molto povere, ma bastano le vetrate, colorate quando il sole vi batte contro, per rendere l’atmosfera della chiesa unica. Qui, lo scrittore catalano Ildefonso Falcones ambieta il suo romanzo “La cattedrale del mare”.

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Nonostante l’assenza di decorazioni, trovo magnifica questa chiesa. (foto: Claudia)

Dopo la visita alla Eglèsia de Santa Maria del Mar, è necessario un po’ di riposo prima di cena, ma decidiamo di tornare a piedi alla Casa Consell per goderci ancora una volta la vista de la Catedral e di Plaça Catalunya. Per cena si decide di andare in un locale vicino alla Sagrada Familia, perché la mia curiosità è a mille e non vedevo l’ora di ammirare il capolavoro incompiuto di Gaudì (di cui parlerò dettagliatamente nella quarta puntata del viaggio).

Nonostante la stanchezza, dopo cena acquistiamo il carnet di 10 viaggi in metropolitana e andiamo in Plaça de Espanya, ad assistere allo spettacolo della Font Magica. Purtroppo, arriviamo tardi e decidiamo quindi di tornare la sera dopo. Per questo, vi parlerò della Font Magica nella prossima puntata.

La seconda giornata a Barcellona mi ha riservato grandi emozioni e tante sorprese. Prima di addormentarmi riguardo le immagini e ripenso a cosa mi ha colpita di più e sfoglio la guida con gli occhi stanchi pensando alle bellezze che mi attendono il giorno dopo.

Sì, perché il terzo giorno a Barcellona – ma in quel momento non lo sapevo ancora – il caso e la curiosità ci porterà in un luogo bellissimo e senza tempo nel quale per qualche ora mi sono di nuovo sentita bambina. Se volete scoprire qual è il luogo in cui sono tornata bambina, aspettate la prossima puntata!

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