Guadalupe Nettel | La figlia unica

Non ha avuto bisogno di aggiungere altro. La conoscevo da anni e mi è bastato udire il suo tono di voce per capire cosa mi avrebbe annunciato. Quando finalmente ha pronunciato la parola “incinta”, ho sentito un tuffo nel petto così simile alla gioia che mi ha sconcertato. Com’era possibile che fossi felice? (…) Bisogna ammettere che sentirla così contenta era contagioso. Anche se avevo militato tutta la vita per salvare il mio genere da quel fardello, ho deciso di non combattere contro quella gioia.

La figlia unica, Guadalupe Nettel, trad. F. Niola

Città del Messico. Laura e Alina sono due amiche messicane di lunga data, che si sono conosciute in Francia e che oggi vivono entrambe in Messico. Da giovani, Laura e Alina avevano idee molto chiare in merito alla maternità: non avrebbero voluto avere figli.

Prima di stabilirsi in Messico, Laura viaggia molto, sia per lavoro che per svago, restando ben ferma riguardo alla maternità; Alina ritorna in Messico da Parigi, conosce Aurelio e se ne innamora, cambiando idea riguardo al diventare genitore. Purtroppo per Alina, l’atteso neonato non arriva subito e quando finalmente resta incinta, gli esami preliminari rivelano che la nascitura avrà un gravissimo problema fisico che, a detta di molti specialisti, non le permetterà di vivere.

Quando si è giovani è facile avere ideali e vivere in accordo con essi. La parte complicata è mantenere la coerenza nel tempo.

La figlia unica, Guadalupe Nettel, trad. F. Niola

La voce narrante del meraviglioso romanzo “La figlia unica” di Guadalupe Nettel, tradotto da Federica Niola per La Nuova Frontiera, è Laura. La donna racconta con dettaglio e compostezza il suo punto di vista riguardo quattro diverse versioni della maternità: la sua, quella di Alina, quella di Doris, la vicina di casa di Laura, e quella di Marlene, la bambinaia assunta da Alina e Aurelio.

Quella di Laura è una non-maternità, è infatti ben decisa a non volere figli, ed è conscia di ferire la madre ogni volta che affronta l’argomento, poiché la madre di Laura avrebbe piacere di diventare nonna; Laura è convinta che la maternità sia un cambiamento troppo intenso per una donna, la quale smetterebbe di vivere in quanto persona e vivrebbe unicamente per il figlio o la figlia. Si interroga sulla reale volontà delle altre donne di diventare madri: lo vogliono veramente oppure portano avanti la consuetudine di chi le vuole in quel preciso ruolo?

Avevo bisogno di capirle, di sapere se avevano davvero scelto quel destino o se, al contrario, si adeguavano con rassegnazione a un’aspettativa familiare o sociale. Quanto c’entravano le loro madri, i loro partner, le loro amiche in quella decisione?

La figlia unica, Guadalupe Nettel, trad. F. Niola

La maternità di Alina è complessa. Laura racconta la difficoltà di concepire e la grande gioia di quando l’amica scopre di essere incinta. Peccato che il destino avverso sia in agguato e che Alina e Aurelio vengano a sapere dai medici che la loro figlia ha una malformazione genetica importante che, probabilmente, è addirittura incompatibile con la vita. Laura così racconta i tormenti, le difficoltà, la rabbia, la delusione e le decisioni difficili che Alina e il suo compagno devono prendere. Ma decidono di far nascere ugualmente la bambina e iniziano il percorso di accettazione della grave disabilità di Inés.

“Per quanto tempo vivrà?” ha domandato.
“Non lo sappiamo. Due settimane, magari un paio di mesi, con un po’ di fortuna alcuni anni. L’unica cosa certa è che non morirà nelle prossime ore. Oggi pomeriggio potete tornare a casa con lei e riprendere la vostra vita” (…)
Nessuna donna che torna a casa dopo aver partorito il primo figlio riprende la vita precedente, meno che mai in quella situazione. La maternità cambia per sempre l’esistenza. Era ovvio che il giovane neurologo non era mai stato una madre, non aveva idea di quello che diceva.

La figlia unica, Guadalupe Nettel, trad. F. Niola

Doris è una vedova che vive con un figlio ingestibile. E’ la vicina di casa di Laura, la quale registra le crisi di rabbia di Nicolás: spesso il ragazzino sbatte la testa contro il muro, grida, insulta la madre, urla parole sconce e crudeli. Inizialmente Laura crede che avere un figlio così sia una gran disgrazia per Doris, ma pian piano Laura riesce a superare il pregiudizio dell’ingestibilità del bambino e a scoprire cosa è accaduto al marito di Doris.

Come non capire Doris? Nicolás era suo figlio e lei lo adorava, ma le ricordava quel marito colpevolizzante. Quel bastardo era morto, e in qualche modo lei aveva avuto fortuna, ma la sua violenza la perseguitava ancora attraverso il bambino.

La figlia unica, Guadalupe Nettel, trad. F. Niola

Marlene è una giovane educatrice specializzata nel metodo Montessori che si offre di curare Inés. Alina e Aurelio sono entusiasti, inizialmente, della ragazza: Marlene instaura con Inés un ottimo rapporto e i piccoli miglioramenti si notano visibilmente. Eppure, dopo qualche tempo Alina inizia ad essere gelosa della tata e scopre che il suo attaccamento eccessivo a Inés è dovuto al fatto che Marlene non può avere figli.

“Muore dalla voglia di averne, ma non può, poverina (…)”
Alina è rimasta in silenzio mentre pensava al succedaneo della maternità che aveva trovato la bambinaia: era la madre posticcia di un bambino dietro l’altro (…)

La figlia unica, Guadalupe Nettel, trad. F. Niola

Guadalupe Nettel indaga con grande successo i diversi aspetti della maternità – o della non-maternità – e lo fa consegnandoci romanzo intenso e ricco di riflessioni sull’amore, sull’amicizia e sul rapporto tra genitori e figli; sull’essere madri o non esserlo; sul fatto che quasi sempre i figli non sono come li abbiamo immaginati; sulla disabilità e sulla sua – mai facile o scontata – accettazione.

La figlia unica” di Guadalupe Nettel è un romanzo scritto con uno stile scorrevole, repentino e limpido, tanto da sembrare all’apparenza un libro semplice da leggere; è invece un romanzo profondo, delicato, dolce e crudele allo stesso tempo, che ha come protagoniste donne forti e fragili nel medesimo momento, che tocca e mette in scena numerosi temi legati all’universo femminile, senza dimenticare le disparità sociali messicane, che schiacciano più le donne che gli uomini.

Perché voleva conoscere sua figlia se sarebbe morta immediatamente? Non correva il rischio di attaccarsi ancora di più a lei? Poi ho pensato che l’amore si rivela spesso illogico, incomprensibile. Molti di noi fanno così quando si innamorano di una persona molto malata; di una persona che vive lontano; di una persona impegnata in una storia precedente, nella quale non c’è posto per noi. Chi non si è tuffato in un amore abissale pur sapendo che non avrebbe avuto futuro, aggrappato a una speranza fragile come un filo d’erba?

La figlia unica, Guadalupe Nettel, trad. F. Niola

Titolo: La figlia unica
L’Autrice: Guadalupe Nettel
Traduzione dallo spagnolo: Federica Niola
Editore: La Nuova Frontiera
Perché leggerlo: perché è un romanzo meraviglioso che indaga molteplici aspetti della maternità, dell’amore, dell’amicizia, della disabilità nel Messico di oggi

(Riproduzione riservata)

5 pensieri su “Guadalupe Nettel | La figlia unica

  1. diana ha detto:

    Ho sentito una presentazione di Emilia Perassi, donna che stimo profondamente, e l’ho preso senza pensarci due volte! Poi vedo che lo consigli anche tu e non vedo l’ora di iniziarlo (ma devo finire quello in corso!)… ti saprò dire!

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