Quando sentite parlare di ecologia e di problemi ambientali non dovete pensare soltanto alla “natura”, ma anche all’uomo e al suo operato, perché noi facciamo parte della natura a tutti gli effetti. Al punto che abbiamo riempito gli oceani di piccoli oggetti di plastica (e non solo, purtroppo) e da qualche migliaio di anni lasciamo un’impronta bella grande sul pianeta. Ecologia, quindi, è anche città e fabbriche, campi coltivati, piattaforme petrolifere, discariche, porti e navi da pesca, miniere… (…) A prescindere da quando sia realmente iniziato, oggi viviamo in pieno Antropocene. Guardatevi attorno e ve ne accorgerete.
Ho deciso di leggere “In alto mare. Paperelle, ecologia, Antropocene” di Danilo Zagaria, pubblicato da add editore, perché le scienze ambientali sono e saranno sempre una mia grande passione.
Danilo Zagaria è un biologo e divulgatore scientifico che scrive un bellissimo e appassionante saggio dove vengono messi in profonda relazione natura e uomo, con le conseguenze sia positive che negative di tale incontro-scontro. Il termine “Antropocene” è da qualche tempo entrato informalmente nel linguaggio comune, definisce un’Era che viene modificata fortemente dall’uomo; per qualcuno incomincia con la Rivoluzione industriale, per altri con i primi test nucleari, in ogni caso – anno più, anno meno – il nostro ruolo troppe volte negativo dei cambiamenti naturali è assodato ed evidente.
Il brillante testo incomincia con un “buffo” incidente occorso in alto mare: nel 1992, una nave portacontainer rovescia nell’oceano che sta solcando il carico, migliaia di paperelle giocattolo destinate ai bagnetti dei più piccoli; ideate proprio per galleggiare nelle vasche, le paperelle hanno viaggiato – e forse alcune stanno ancora viaggiando – in ogni angolo del pianeta e ancora oggi se ne ritrova ogni tanto qualcuna (qui la storia dettagliata).
Paradossalmente, questo drammatico incidente ecologico ha aiutato gli oceanografi a studiare le correnti oceaniche, poiché come detto le paperelle sono state trasportate e rinvenute in molteplici luoghi nel mondo.
Questo perché le paperelle sono fatte da un materiale versatile, economico, resistente e leggero: la plastica. Protagonista del primo capitolo del saggio è proprio la plastica, spina nel fianco della nostra società, onnipresente e onnipotente materiale, che tanto appare indispensabile quanto pericoloso per tutte le forme di vita presente sul Pianeta (noi compresi, leggendo capirete perché).

Nel secondo capitolo, Zagaria introduce un argomento che troppo spesso viene ignorato: la pesca. Noi che viviamo la società che ci spinge a consumare sempre più, un consumo principalmente usa-e-getta, siamo portati a pensare che tutte le risorse siano infinite, quelle marine soprattutto, dato che gli oceani ci appaiono infiniti.
Purtroppo, non è così. La pesca indiscriminata può compromettere in modo irreparabile numerosi ecosistemi marini, delicatissimi, oltre che a portare all’estinzione numerose forme di vita – talvolta invisibili o poco note, ma non per questo meno importati. Zagaria parla di pesca sostenibile – anche se può sembrare un paradosso, con quasi otto miliardi di persone da sfamare quotidianamente più volte al giorno; si racconta di disonestà e di pirateria moderna; si fa commuovere chi legge quando racconta la vicenda di Craig Foster, regista sudafricano, che diventa “amico” di un polpo che abita nelle foreste sottomarine di kelp (la storia è narrata nel bellissimo documentario Il mio amico in fondo al mare).
L’idea che sulla Terra ci siano così tanti esemplari di una determinata specie da rendere impossibile l’estinzione è profondamente sbagliata. Per secoli abbiamo pensato che i cetacei fossero infiniti, per poi accorgerci che li avevamo portati a un passo dalla scomparsa. Gli scienziati ci dicono che oggi potrebbe essere il turno degli squali e di tanti altri animali marini, minacciati non soltanto dalla pesca ma anche dall’inquinamento e crisi climatica. Pensare che l’estinzione sia impossibile è il primo passo verso lo sfruttamento eccessivo, una pratica che non possiamo in alcun modo definire sostenibile.
Nella terza parte, Zagaria ci conduce agli estremi Nord e Sud del Pianeta, per analizzare quali sono le minacce di questi luoghi straordinari; una su tutte, l’innalzamento delle temperature, le quali a cascata portano a una serie di eventi via via più drammatici che, se non bloccati, interesseranno tutti noi viventi.
Infine, nella quarta e ultima parte, viene raccontato come potrebbe cambiare il chimismo e la temperatura degli oceani e cosa potrebbe succedere alle attività umane, e non solo, se l’innalzamento del livello marino proseguirà nel tempo (a causa della fusione dei ghiacci sul continente antartico).
Può sembrare ridicolo immaginare qualche centimetro di innalzamento, ma se provate a pensare a quanti organismi animali e vegetali vivono all’interfaccia acqua-terra (la battigia delle spiagge o gli scogli, per capirci), resterete sorpresi a scoprire quanti di loro rischierebbero l’estinzione, con le conseguenze a cascata del fatto che si toglie un organismo dalla rete ecologica, il danno lo si rimanda a un’infinità di altri organismi ad esso in qualche modo collegati.
O ancora, provate a pensare a mari più caldi: attirerebbero specie che amano le acque più calde e che da esse giungono, le quali potrebbero danneggiare l’ecosistema che ha sempre funzionato senza quella data specie (sono le cosiddette “specie aliene“, quelle che vanno a creare scompiglio negli ecosistemi, come il pesce gatto dei coralli entrato nel Mediterraneo via Canale di Suez, il quale presenta spine velenose sul corpo).

“In alto mare. Paperelle, ecologia, Antropocene” di Danilo Zagaria, come avrete intuito, mi ha davvero appassionata. Molti argomenti mi erano noti, dati i miei studi pregressi, ma mi sono piaciute le curiosità narrate, i dettagli raccontati in ogni capitolo e soprattutto lo stile, così semplice ma mai banale, scorrevole e appassionante per tutti coloro che vogliono leggere di scienza ma senza trovare difficoltà.
Un libro, come scrive Zagaria, non nasce da solo, ma è sempre collegato ad altri libri: la bibliografia commentata dall’Autore, capitolo per capitolo, è qualcosa di eccezionale per approfondire tematiche trattate ma che in qualche modo ci hanno incuriositi (io ho segnato parecchi titoli!).
Insomma, “In alto mare. Paperelle, ecologia, Antropocene” è un libro che suggerisco agli appassionati delle tematiche, ai curiosi, agli attenti all’ambiente e a chi non si è mai avvicinato a questi temi per paura di trovarli noiosi, perché scoprirà che le Scienze possono anche essere raccontate in modo da arrivare a tutti.
Titolo: In alto mare. Paperelle, ecologia, Antropocene
L’Autore: Danilo Zagaria
Editore: add editore
Perché leggerlo: per farsi un’idea precisa del nostro ruolo sull’ambiente
più che gli appassionati di ecologia, sarebbe utile lo leggessero quelli che non ne sanno niente e che sottovalutano la questione…
questa estate ho letto Il tempo e l’acqua di Magnasson, che dice più o meno le stesse cose. anche se le sapevo già mi è venuta un’angoscia… pur cercando di fare del mio meglio mi sento impotente davanti a questi cambiamenti che stravolgono il pianeta e che interessano a pochissime (spesso inascoltate) persone. mi auguro che questo libro abbia molto successo!
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Hai ragione, è una lettura che tutti dovremmo affrontare per renderci conto di ciò che – se non si inverte la rotta – ci attende!
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