Djaimilia Pereira de Almeida | Questi capelli

I capelli sono la persona. Il sotterfugio della commedia, il dramma pretenziosamente tranquillo, sono gli ornamenti. “Fa di te stesso un museo mostrando ciò che era già visibile.” La ridondanza emerge quando, sotto alla carta velina, dall’interno della scatola che sapevamo contenesse qualcosa, appare il pettinino. Scrivere è come pettinare dei capelli a riposo su un busto di polistirolo. Se i capelli sono la persona e io sono il pettinino, se io sono l’oggetto stregato, e nella vetrina ho rinchiuso me stessa nella speranza di assistere al nostro film dal palchetto, chi è Mila?

Questi capelli, Djaimilia Pereira de Almeida, trad. G. de Marchis e M. Silvetti

Questi capelli” di Djaimilia Pereira de Almeida, tradotto dal portoghese da G. de Marchis e M. Silvetti per la Nuova Frontiera, è un breve memoir autobiografico, leggero e delicato come una piuma.

Attraverso i capelli, ricci, neri e soprattutto ribelli, di Mila – la protagonista e voce narrante in punta di piedi – viene raccontata la sua storia e quella della sua famiglia. Una famiglia, quella di Mila, divisa tra Angola, Mozambico e Portogallo.

I capelli di Mila sono sempre stati restii a ogni forma di acconciatura e tra pinze, pettini, code di cavallo, lozioni alliscianti e saloni di bellezza, la ragazza ha dato una definizione alla parola creatività. Ma i capelli sono appunto il pretesto per parlare di sé stessa e dei suoi, dai nonni ai genitori, dell’Africa e dell’Europa.

Sono arrivata in Portogallo nell’ottantacinque, dall’Angola. Mio padre mi aveva preceduto di un anno, tornando per un nuovo lavoro. Era stato a Luanda che, alla fine degli anni Settanta, poco più che ventenne, aveva conosciuto mia madre.

Questi capelli, Djaimilia Pereira de Almeida, trad. G. de Marchis e M. Silvetti

Divisa tra Africa ed Europa, con nonni portoghesi e nonni mozambicani, Mila tesse questo piccolo memoir sui suoi capelli per dipanare la matassa dei mille ricordi che affollano il suo cuore, storie che le sono state raccontate e storie che ha vissuto in prima persona.

Per Mila, i ricordi sono preziosi perché possono scomparire, se non accuratamente custoditi. Ed è anche per questo motivo che scrive il libro “Questi capelli“, che diventa un contenitore che sarà utile sia a lei quando poco a poco dimenticherà le cose, sia ai suoi nipoti, per sapere da dove arrivano.

E’ come un album di fotografie: se voi sfogliate un qualsiasi album fotografico, le immagini possono anche non essere appiccicate in ordine temporale, ma messe nel librone in modo casuale. Eppure, ogni fotogramma racconta una storia, corta o lunga che sia, una storia che vale la pena di essere ascoltata.

Il libro “Questi capelli” si presenta esattamente in questo modo: l’Autrice, delicatamente, sfoglia l’immaginario album dei ricordi e li mette per iscritto ai suoi lettori e lettrici, ricordi che talvolta saltano nel tempo, ma è proprio così, come dicevamo, che si presentano gli album fotografici.

Ciò che le immagini hanno in comune non è la maniera in cui riflettono una tradizione collettiva di incuria, quanto il modo in cui i monumenti sopravvissuti si presentano come coppie ancora in vita di una storia familiare. Così mi sento per ognuno di quelli che mi sono passati davanti (…)

Questi capelli, Djaimilia Pereira de Almeida, trad. G. de Marchis e M. Silvetti

Titolo: Questi capelli
L’Autrice: Djaimilia Pereira de Almeida
Traduzione dal portoghese: Giorgio de Marchis e Marta Silvetti
Editore: La Nuova Frontiera

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