La donna musulmana si torceva le mani, e lui capì che le era tornata la paura, quando le aveva puntato contro il fucile.
“Come posso essere il tuo nemico?” implorava. “Tu non sai niente di me. Né di nessuna di queste ragazze…” (…)
“So tutto quello che mi serve sapere, signora” disse lui, guardando le sue lacrime cadere nelle pieghe del velo. Come faceva a sopportare quell’affare in testa? Però lui era favorevole al pudore, era stufo marcio di vedere come si vestivano le donne di questi tempi, richiamando l’attenzione sui loro corpi, per poi incolpare gli uomini di essersi fatti un’idea sbagliata.
La donna disse: “Parlami del tuo dolore”.La tua bellezza, Sahar Mustafah, trad. F. Conte
Inizia come una normale giornata di lezioni, al liceo femminile musulmano Nurrideen di Tempest, cittadina a pochi chilometri da Chicago. Ad un certo punto, un uomo bianco, vestito da tecnico-manutentore, entra nella struttura.
Una volta all’interno della scuola, l’uomo si nasconde, monta un fucile semi-automatico, cammina lentamente tra i corridoi e irrompe nell’aula di musica; osserva le ragazze velate, il loro stupore che si tramuta in orrore, e spara. Spara addosso alle studentesse e alla docente.
Ms. Afaf è la preside del liceo e, nel momento in cui l’uomo inizia la strage, si trova in una piccola stanza adibita a luogo per pregare. Afaf percepisce gli spari, ma nella confusione iniziale pensa siano gli sciocchi ragazzini che buttano petarti nel cortile della scuola; quando sente i tonfi dei corpi capisce che è in corso una sparatoria, che sta accadendo qualcosa di molto grave alle sue studentesse.
Mentre il pensiero di Afaf corre a sua figlia, studentessa all’ultimo anno, dalle scale ode provenire dei passi pesanti: è l’uomo che sta scendendo. Afaf è una donna coraggiosa che ha grande fede in Dio, per cui attende, aspetta che l’uomo apra la porta. Lei è pronta ad affrontarlo.
E voleva che anche loro lo vedessero bene. Non in lontananza – uno squilibrato che brandisce una pistola a caso, come in tutte le storie che avranno sentito in TV, senza mai pensare che sarebbe potuto toccare a loro. Voleva essere abbastanza vicino perché potessero cogliere il potere terrificante e disperato nei suoi occhi.
La tua bellezza, Sahar Mustafah, trad. F. Conte
Nell’attesa che l’uomo copra i passi che li separano, Afaf ripercorre la sua vita; i ricordi della donna sgorgano dai meandri della sua mente, riportandola alla Chicago degli anni Settanta, nel triste appartamento dove viveva con i genitori emigrati dalla Palestina e i fratelli Nada e Majid.
Afaf rivive gli anni in cui a scuola veniva esclusa dai compagni e inclusa nei gruppetti di ragazzini in difficoltà dalle maestre, per l’unico motivo di essere figlia di immigrati. Ricorda l’anno in cui la sorella maggiore, Nada, è scomparsa senza lasciare né tracce, né biglietti. Scomparsa che ha generato una frattura nella famiglia: Mama cade vittima della depressione e Baba dell’alcool, Majid si rifugia nello sport e Afaf si concede ai ragazzi bianchi in cerca di un’avventura.
Quando ormai sembra che tutti siano perduti, Baba scopre il Centro islamico di Tempest e si avvicina alla religione musulmana. Mama e Majid non si lasciano coinvolgere, mentre Afaf, dapprima sospettosa, con il passare degli appuntamenti al Centro conosce nuove amiche, donne e uomini che le spiegano che Dio perdona tutti, Dio è misericordioso e che nessuno è perduto per sempre.
“E’ questo che ci separa?” Afaf si afferra le pieghe di stoffa intorno al collo. “E’ questo che ci impedisce di comprenderci?”
“Noi non siamo uguali” ripete lui, anche se Afaf ha l’impressione di cogliere nella sua voce un cedimento.La tua bellezza, Sahar Mustafah, trad. F. Conte
“La tua bellezza” di Sahar Mustafah, tradotto da Francesca Conte per marcos y marcos, è un romanzo semplicemente stupendo. La scrittura dell’Autrice accompagna delicatamente noi che leggiamo nella vita di Afaf, scoprendo un po’ per volta i dettagli del suo passato.
Il romanzo prende il via ai giorni nostri, quando un uomo bianco pianifica una strage nella scuola islamica femminile. L’uomo è colmo d’odio nei confronti degli stranieri, nei musulmani in modo particolare, poiché nella sua visione distorta loro sono tutti terroristi. La tragedia dell’11 settembre 2001, il ricordo delle vittime, la concitazione di quelle ore e dei giorni successivi, hanno profondamente alimentato il suo disprezzo verso coloro che seguono la religione musulmana.
Afaf alle discriminazioni ci è abituata, sebbene dall’11 settembre in avanti il velo che porta orgogliosamente da anni, da motivo di diversità rispetto alle altre donne americane ha iniziato ad essere visto come il simbolo di chi medita il prossimo attentato terroristico. Emblematiche sono le scene che raccontano di un viaggio aereo che Afaf deve compiere, dopo l’attacco alle Torri Gemelle, e viene brutalmente perquisita dalle addette della sicurezza aeroportuale.
Ne “La tua bellezza” le tematiche affrontate sono molteplici: Mama e Baba sono due emigrati, in particolar modo Mama a Chicago si sente spaesata, non è il suo Paese quello, non si sforza di imparare la lingua inglese; Nada, la sorella maggiore, non si sente né palestinese, né americana e quando ne ha l’occasione scompare senza lascare traccia; Afaf trova conforto nella religione e abbraccia l’Islam perché Dio perdona e non giudica; l’uomo bianco che imbraccia il fucile, invece, è nutrito dall’odio che i media fomentano e, chiaramente disturbato, agisce.
Tutte queste tematiche, vengono trattate con delicatezza, senza mai formulare giudizi, neppure nei confronti di chi palesemente sta dalla parte sbagliata. Ciò fa de “La tua bellezza” un romanzo meraviglioso, ricco, potente e capace di stimolare il dialogo e la riflessione.
Titolo: La tua bellezza
L’Autrice: Sahar Mustafah
Traduzione dall’inglese: Francesca Conte
Editore: marcos y marcos
Perché leggerlo: perché è un romanzo scritto con un stile magnifico, coinvolgente e descrittivo, che affronta la tematica dell’integrazione e multiculturalità all’indomani dell’ 11 settembre, della convivenza tra cittadini dello stesso Paese con idee e religioni diverse, e di come le persone possono cambiare e maturare nel corso del tempo, sottolineando che nessuno è mai perduto del tutto