Sophie van Llewyn | Bottigliette

Caro Babbo Gelo, lo so che ho quasi vent’anni e sono quasi una donna sposata, ma sono dispostissima a credere ancora in te, se tu prendessi in considerazione l’eventualità di portarmi anche una sola delle cose della lista qui sotto. In cambio ti prometto devozione e amore eterno. Predicherò in tuo nome per le strade, anche se è proibito e pur correndo il rischio di essere fermata dalla polizia o dai servizi segreti che poi mi picchierebbero e mi sottoporrebbero all’elettroshock per espiare tutte le credenze popolari e religiosi dalla mia testa (…) Ti prego portami una di queste cose e vedrai che arriveremo a un accordo sul pagamento. Ti prego. Pure mezza va bene. Qualunque cosa.

Bottigliette, Sophie van Llewyn, trad. E. Grassi

Alina e Liviu sono due giovani sposi, entrambi docenti, che vivono nella Romania degli anni Settanta. Sono anni difficili: la repressione, punta di diamante della dittatura di Ceaușescu, è molto forte e sia Liviu che Alina si ritrovano con i servizi segreti alle calcagna.

Liviu viene posto sotto la lente di ingrandimento della Securitate perché ha un fratello fuggito in Francia; Alina riceve ogni martedì pomeriggio un militare del regime perché ha chiuso un occhio quando una sua alunna ha portato a scuola una rivista proibita.

La situazione diventa sempre più difficile da sopportare. Liviu, per punizione, viene mandato a insegnare in una scuola lontanissima e Alina riceve queste visite invadenti. Non resta quindi che pensare alla fuga. Urge procurarsi visti per Germania e Italia e riempire una valigia di abiti, oggetti, sogni.

“Stiamo cercando di scappare da questo Paese dimenticato da Dio”. Sebbene sia la più vera di tutte, l’unica ragione per cui vogliamo un visto, dubito che confessarlo ai burocrati dell’ambasciata italiana sia una buona idea. Certo, possiamo giocarci la carta della pietà, ma non sono sicura che funzionerebbe. E poi sono convinta che i servizi segreti romeni abbiano orecchie anche lì e non vorremmo che sentano che stiamo cercando di scappare.

Bottigliette, Sophie van Llewyn, trad. E. Grassi

Ma non è tutto così semplice. Al di là delle forze armate di Ceaușescu, le quali non vogliono certo che i loro cittadini fuggano, si mette in mezzo un altro personaggio. A questo punto, c’è solo la magia della zia Theresa che può aiutare Liviu e Alina a realizzare il piano di fuga, benché la vita alla quale si va incontro, al di fuori del proprio Paese in agonia, potrebbe non essere quella luccicante e dorata che ci si immaginava.

Zia Theresa rimane in silenzio. Chiude le finestre e apre il rubinetto del lavandino della cucina. L’acqua che scorre induce Alina a pensare a tutte le lacrime che è destinata a versare. Ma zia Theresa si inginocchia davanti a lei, accosta l’orecchio di Alina alle proprie labbra. C’è una cosa che possiamo fare, dice.

Bottigliette, Sophie van Llewyn, trad. E. Grassi

Timisoara 1989, immagine proveniente dal Museo della Rivoluzione (foto: Claudia)

Bottigliette” di Sophie van Llewyn, tradotto da Elvira Grassi per Keller editore, è un romanzo breve ma incisivo, essenziale e asciutto, che racconta con originalità – e un pochino di magia – la vita di Alina e Liviu, e le rispettive famiglie, dal 1969 alla caduta del regime di Ceaușescu in Romania.

Saltando di anni in anni, alternando il racconto in prima persona di Alina e quello in terza persona di una voce esterna narrante, sono stata letteralmente ipnotizzata da questo rocambolesco, piccolo romanzo. La magia che pian piano entra nelle vite dei personaggi, si fa strada nella vicenda con tutta naturalezza; è così che appare scontato avere uno strigoi nella cristalleria, annidato dentro una tazza di ceramica. Come è logico credere che sette gocce di una pozione magica possano far rimpicciolire una persona.

Tragicomico, duro e tenero insieme, “Bottigliette” dimostra cosa accade quando storia e magia irrompono nella vita quotidiana e obbligano a compiere delle scelte forti, che conducono verso strade che non si vorrebbero prendere.

C’è qualcosa nel modo in cui la speranza risale strisciando sulle nostre spalle fino a premere i suoi palmi contro i nostri occhi, facendoci sorridere pur se ignari del futuro. E siamo entrambi riluttanti a pronunciare il suo nome, per paura che possa svanire. C’è qualcosa nel modo in cui ci abbracciamo di notte, come naufraghi, come quell’estate in cui il mare ci lambiva i piedi, come quando ci siamo conosciuti. C’è qualcosa nel modo in cui diciamo lo faremo, lo faremo, lo faremo che risuona nelle nostre orecchie come una musica.

Bottigliette, Sophie van Llewyn, trad. E. Grassi

Titolo: Bottigliette
L’Autrice: Sophie van Llewyn
Traduzione dall’inglese: Elvira Grassi
Editore: Keller
Leggilo per intraprendere un percorso sulla storia della Romania e se ti affascina la magia popolare

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