In tutti i miei precedenti viaggi nell’Unione Sovietica ero sempre stato incuriosito dalle decine di statue di Lenin, piccole, grandi, medie, gigantesche, in bronzo, in marmo, in cemento che avevo visto adornare le solite piazze al centro di ogni città e ogni villaggio di questo immenso, ma, in ciò, monotonissimo paese (…) Le sorti di quelle statue hanno marcato questo mio ultimo viaggio (…) Un intero mondo cadeva con quelle statue attorno a me. Incredibile! Pur in maniera diversa, da un capo all’altro di questo immenso continente settant’anni di comunismo finivano così, davanti ai miei occhi, e l’emozione era immensa [Buonanotte, signor Lenin, Tiziano Terzani]
Agosto, 1991. Il giornalista Tiziano Terzani si trova nell’Estremo Oriente russo, sta navigando il fiume Amur, dalle sorgenti alla foce. L’immenso fiume Amur è, in parte, il confine naturale tra Cina e Unione Sovietica, due Paesi uniti dalla causa socialista ma ermetici e divisi.
Il 17 agosto la notizia del putsch contro Gorbacëv, un vero e proprio tentativo di colpo di stato, genera in Terzani la curiosità di vedere coi propri occhi come le Repubbliche dell’Asia Centrale e del Caucaso vivono quella che, a tutti, pare proprio la fine dell’Unione Sovietica e del comunismo.
I fiumi mi han sempre attirato. Il fascino è forse in quel loro continuo passare rimanendo immutati, in quell’andarsene restando, in quel loro essere una sorta di rappresentazione fisica della storia, che è, in quanto passa. I fiumi sono la Storia. [Buonanotte, signor Lenin, Tiziano Terzani]

Fiume Amur in tardo autunno (fonte: Wikipedia)
Terzani termina la spedizione lungo il fiume Amur, a bordo della Propagangist, raggiungendo la sua splendida foce di fronte alla leggendaria isola di Sachalin, quindi inizia a chiedere i permessi per viaggiare dnelle Repubbliche Socialiste Sovietiche – formalmente si chiamano ancora così – di Kazakhistan, Kirghisia, Uzbekistan, Tagikistan, Turmenistan, Azerbaijan, Georgia e Armenia.
Il viaggio inizia nel paese delle mele, ad Alma Ata, in Kazakhistan, e terminerà oltre due mesi dopo a Mosca, di fronte alla salma imbalsamata del padre della rivoluzione, Lenin. Per ogni Repubblica visitata, Terzani racconta la sua storia antica e comunista, dall’annessione alla caduta dell’Imperium.
Tiziano Terzani viaggia leggero e ogni giorno scrive sul suo computer gli appunti della giornata. Incontra i leader che vorrebbero prendere il posto del potere centrale sovietico, capisce che la religione – in modo particolare in alcune zone dell’Asia Centrale – rivestirà un ruolo centrale in futuro, scopre i drammi delle politiche comuniste nel corso dei settant’anni dell’Imperium.
L’Islam integralista trova terreno fertile in Uzbekistan. Il Lago d’Aral si sta prosciugando a causa degli eccessivi prelievi idrici per irrigare gli sterminati campi di cotone. In Kazakhistan sono stati eseguiti dei test nucleari che hanno inquinato pesantemente l’ambiente. Si respira, quasi ovunque, la voglia di riappropriarsi di un’identità culturale e religiosa che il comunismo aveva tolto.

Qui, un tempo, ci fu il Lago di Aral. Oggi è un deserto di sale e vento (fonte: Wikipedia)
Diverse generazioni di queste varie razze sono vissute l’una accanto all’altra, hanno servito lo stesso esercito, sono state ingozzate della stessa propaganda, eppure non si sono amalgamate, non si sono integrate. Anzi. È come se ora ognuno scoprisse più che mai il suo appartenere a una razza e per questo volesse sempre di meno avere a che fare con le altre [Buonanotte, signor Lenin, Tiziano Terzani]
Per Stalin bisogna essere tutti uguali, le minoranze vanno represse, eventualmente anche eliminate, affinché i cittadini sovietici siano gli stessi in tutta l’Unione. Nel 1991 Terzani si accorge che molte persone vogliono unirsi sotto una stessa bandiera, screvra di simboli comunisti; vogliono parlare di nuovo le proprie lingue e i propri dialetti, non più il russo; qualcuno addirittura vorrebbe passare ai caratteri latini, per avvicinarsi all’Occidente. Tanti vogliono abbattere le statue di Lenin e, dopo avergli circondato il collo con una corda, cadono, l’uno dopo l’altro, finendo in polverosi ripostigli.
Povero Lenin, giustiziato da una religione che lui aveva voluto eliminare come oppio dei popoli e che ora torna con tanta forza alla ribalta della storia dell’Asia Centrale (…) Poco dopo, Lenin partiva a pezzi, la mezza testa rimasta intatta infilata nel buco apertosi nel torace, la mano che per tanto tempo aveva indicato un avvenire che non è mai arrivato buttata lì, a indicare il nulla (…) [Buonanotte, signor Lenin, Tiziano Terzani]
Ma ci sono questioni molto calde da risolvere, come quella dei confini. Stalin aveva disegnato i confini degli Stati a tavolino, creando enclavi – in particolare nella valle di Fergana -, mescolando i popoli – tagiki, uzbeki, armeni, azeri -, con l’idea di fare di loro dei cittadini sovietici. Eppure, oggi che la cittadinanza sovietica non esiste più o sta per scomparire, come risistemare la questione dei confini senza generare conflitti? Come risolvere la disputa riguardo al Nagorno Karabakh?
All’uscita della città c’è un posto di blocco della polizia georgiana. Nika spiega che siamo giornalisti e che vogliamo andare a Erevan. Ci sono due strade, dice l’ufficiale. Una è perfettamente sicura: è di più o meno 400 chilometri e passa tutta in territorio georgiano e armeno. L’altra è di soli 262 chilometri, ma attraversa l’Azerbaigian. “Rischiosa?” chiede Nika. “No (…) Comunque se potete viaggiate solo di giorno perché (…) ci sono dei cecchini che si divertono a tirare su chiunque passa, senza chiedere la nazionalità” [Buonanotte, signor Lenin, Tiziano Terzani]
E infine, un’altra delle politiche economiche di Stalin era stata quella di far produrre ad uno Stato un preciso materiale, che sarebbe servito ad un altro Stato per produrre il prodotto finale. L’Azerbaijan produce petrolio, l’Armenia non ne ha, quindi l’Unione Sovietica portava il prezioso liquido agli armeni, ma oggi che tra i due si sono riaccesi attriti che Mosca non può più appianare, l’Azerbaijan si rifiuta di dare carburante all’Armenia e semplicemente gli aerei non possono partire.
Oppure il cotone: l’Uzbekistan lo produce, ma sono gli ucraini che lo lavorano. Gli uzbeki non sanno neppure da dove iniziare, e gli abiti di cotone diventano all’improvviso un bene di lusso. Come le lampadine, che vengono prodotte solo in Armenia, e la Georgia è al buio.
Ci avviciniamo al lago Sevan, il più alto delle montagne, il più grande, l’orgoglio dell’Armenia. Dei giovani sul bordo della strada ci fanno cenno di fermarci. Vendono dei pesci. Un pesce: tre rubli (…) Nika si mette a parlare. Chiede se sanno dove si possono comprare delle lampadine. Lampadine? Nika mi spiega che da mesi in tutta la Georgia non si trova più una lampadina neanche a pagarla oro. Nella sovietica divisione del lavoro la produzione delle lampadine era affidata all’Armenia la quale faceva le consegne nelle altre repubbliche [Buonanotte, signor Lenin, Tiziano Terzani]

Lago Sevan, Armenia (fonte: Wikipedia)
“Buonanotte, signor Lenin” di Tiziano Terzani (TEA) è davvero un reportage unico, capace di fotografare, spesso con ironia e talvolta con drammaticità, la fine di un’epoca storica e il disorientamento di coloro che furono cittadini sovietici. La scrittura di Terzani è sempre molto fluida e capace di coinvolgere chi legge, rendendolo partecipe di questo mirabolante e lungo viaggio, arricchito da suggestive fotografie dell’Autore.
Un libro da leggere e rileggere perché è vero che la Storia non si ferma mai, incede senza guardare in faccia nessuno, ma talvota si ripete, e sta alle persone intelligenti non commettere gli stessi errori di chi è venuto prima di noi.
Alla fine m’ha fatto pena anche lui, così com’era nel mausoleo, ridotto a una testa vuota e a due mani color di un’arancia: non più dio, non più santo, neppure più “compagno”. Per questo, voltandomi a guardarlo per un’ultima volta, con addosso gli occhi cattivi delle guardie del KGB, m’è venuto spontano sorridergli e bisbigliargli: “Buonanotte, signor Lenin!” [Buonanotte, signor Lenin, Tiziano Terzani]
Risorse per approfondire
“Nagorno Karabakh e l’eredità post-sovietica in Asia Centrale” a cura di Luciano Tirinnanzi
Titolo: Buonanotte, signor Lenin
L’Autore: Tiziano Terzani
Editore: TEA
Perché leggerlo: perché si tratta di un reportage storico, geografico e culturale davvero bellissimo
(© Riproduzione riservata)
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