Nel mio giro del mondo attraverso i libri ho avuto qualche difficoltà a reperire in italiano scritti di Autori e Autrici nati in Oceania finché non ho scoperto l’antologia “Sottosopra. Scrittori contemporanei del Sud Pacifico” a cura di Simone Garzella, edito per Robin Edizioni. Nell’antologia curata da Garzella non compaiono racconti da tutti gli Stati che compongono l’Oceania, ma è un buon inizio per conoscere questa letteratura tanto affascinante quanto lontana.
Dalla lettura di “Sottosopra. Scrittori contemporanei del Sud Pacifico” è nata l’idea di queste recensioni a puntate, dove parlerò dei racconti della raccolta suddivisi per Stato. Non parlerò solo di letteratura, ma per dare risalto all’affascinante Oceania scriverò qualche breve nota geografica.
La prima tappa del nostro viaggio attraverso le letterature dell’Oceania tocca le isole Cook e le scopriremo grazie a due racconti.
Isole Cook: brevi appunti di geografia
L’arcipelago delle isole Cook (Kūki ‘Āirani in lingua maori) è composto da 15 piccole isole situate nell’Oceano Pacifico meridionale (Polinesia), suddivise in isole Cook settentrionali e isole Cook meridionali (dove si trova la capitale Avarua).
Le isole Cook occupano una superficie emersa di circa 240 km² mentre il suo territorio marittimo conta circa 2 milioni di km²; sono una democrazia parlamentare dotata di autogoverno e in libera associazione con la Nuova Zelanda, ma secondo il loro statuto potrebbero diventare indipendenti con un atto unilaterale.
Il loro nome è un omaggio moderno al navigatore inglese James Cook, il quale vi giunse in due occasioni, nel 1773 e nel 1777, battezzandole inizialmente isole Hervey.

Palm Grove’s Beach, Rarotonga, Isole Cook (R. Linsdell, Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0) on Flickr)
I racconti dalle Isole Cook
“La guaritrice” di Marjorie Crocombe
La protagonista del racconto è Mata, una donna che svolge il mestiere di guaritrice. Per gli europei, Mata è una strega, mentre lei si definisce ta’unga, appunto guaritrice. Il marito di Mati è Piri, un veterano della Prima Guerra Mondiale, arruolatosi come volontario nell’esercito neozelandese.
Mata e Piri abitano in una baracca di lamiera senza acqua corrente e senza elettricità, lungo le rive di un fiume che si tinge di ocra durante la stagione delle piogge. Mata trascorre la sua esistenza guarendo le persone, come quel ragazzo orfano di padre. Il padre defunto, morto su un’isola limitrofa dove si estrae il fosforo dal guano, parla attraverso Mata, perdona il figlio e lui miracolosamente guarisce.
Ma il destino sta nuovamente per accanirsi su Mata: spesso basta un piccolo fallimento affinché l lavoro di un’intera vita venga inficiato.
“Il letto” di Johnny Frisbie Hebenstreit
Vaerua ha un compito di notevole riguardo: custodire il letto di Rere, la sorella che è emigrata in cerca di fortuna in Nuova Zelanda. Nel villaggio, ben pochi posseggono un vero letto: la maggior parte delle persone dorme in terra, su giacigli improvvisati.
Vaerua, però, viene tentata di dormire nel letto della sorella: piuttosto di lasciarlo vuoto, non è meglio riposare comodamente, una volta tanto? Peccato che una cugina di terzo grado, tacciata dalla matriarca presso cui viveva come sgualdrina, abbia cercato riparo presso Vaerua, la quale è stata costretta a dividere il prezioso letto.
Qualcuno fa la spia e scrive a Rere dicendo che nel suo bel letto ora dormono due donne, di cui una si dice persino che sia una prostituta. Come risolvere la spinosa questione?

Tramonto a Aitutaki (Wikipedia)
L’analisi dei racconti: ambienti, contesti culture
La distanza culturale tra noi europei e i popoli che abitano le isole Cook è ampia quando la distanza geografica che ci divide. Ciò che è subito chiaro a chi legge, è il fatto che quelle che noi immaginiamo paradisi tropicali, come quelli proposti dai seducenti cataloghi delle agenzie viaggio, non esistono in realtà.
Mati e Piri non hanno il rubinetto in casa e Vaerua non possiede un letto, oggetti che noi usiamo quotidinamente e che diamo sempre per scontati. Mi sono quindi subito scontrata con una realtà che avevo sempre immaginato diversamente: i paradisi immaginati esistono solo in parte, la realtà del quotidiano è molto diversa. Nei racconti non ci sono descrizioni di spiagge bianche e acque cristalline, lagune o retrospiagge punteggiate da palme. Qui viene rappresentata l’umanità più povera e umile.
La cultura pacifica emerge nei due racconti presentando due elementi magici: i poteri di guaritrice di Mata e il letto di Rere. Se ci pensiamo, anche nella nostra cultura italiana ci sono stati periodi in cui si credeva fortemente al soprannaturale: io sono piemontese e so che nel Monferrato e nell’Astigiano fino circa cinquant’anni fa si credeva nell’esistenza delle masche, streghe con una connotazione più negativa che positiva.
Ma se oggi la nostra società ha ampiamente superato l’elemento magico a favore di una razionalità più concreta, in certi villaggi del pacifico l’elemento magico è ancora una presenza viva e realistica. Come dire che è l’unica possibile via, crede in qualcosa di più grande di noi per sopravvivere alle numerose e impegnative avversità della vita. La madre del giovane del primo racconto, dopo aver portato il figlio dai medici di stampo europeo, si arrende e prova a farlo curare da Mata. Ecco che il successo di Mata scavalca la medicina europea.
Qui, alle isole Cook, il turismo di massa non è ancora arrivato, a differenza della Polinesia francese. Per raggiungere le isole Cook dall’Italia, oggi, ci vogliono circa 40 ore di viaggio: questo lasso di tempo che certamente impressiona e spaventa fa capire quale sia la reale vastità della distanza che ci divide. E non solo geografica, come detto all’inizio, ma anche e soprattutto culturale.

L’isola di Rarotonga, sulla quale si trova la capitale Avarua (Wikipedia)
*
Il nostro viaggio attraverso la letteratura dell’Oceania non si ferma qui: pronti per scoprire la prossima tappa oceanica?
Grazie per questo bellissimo post che ci offre una visione ravvicinata di come si vive in quei luoghi, oltre all’aspetto letterario.
"Mi piace"Piace a 1 persona
L’Oceania mi affascina, ma se ricordo bene ho letto solo autori australiani e neozelandesi. Seguirò con interesse questo percorso letterario!
"Mi piace"Piace a 1 persona
Bellissimo post! Molto interessante e pieno di spunti affascinanti!
"Mi piace"Piace a 1 persona