Non stancarti di andare | Intervista agli autori Stefano Turconi e Teresa Radice

Quando la casa editrice BAO Publishing mi ha chiesto se avrei voluto leggere in anteprima il graphic novel “Non stancarti di andare” e intervistare Stefano Turconi e Teresa Radice ho accettato subito. Mi diverte molto preparare le domande per le interviste ma ancor di più mi piace leggere le risposte degli autori.

Vi presento subito l’intervista realizzata grazie alla collaborazione di Stefano e Teresa, in primis, e della disponibilità della casa editrice BAO Publishing e in calce all’articolo troverete le istruzioni per vincere una copia del graphic novel “Non stancarti di andare“.

  1. Come è nata la vostra passione per il disegno e la scrittura? Quando avete deciso di diventare fumettisti?

Stefano: La mia passione per il disegno è nata da molto piccolo, conservo un paio di disegni miei fatti all’età di 3 anni (almeno, così mi hanno detto) dove ci sono un cow boy a cavallo in uno e un Topolino e un Pippo nell’altro (un destino segnato!) chiaramente distinguibili. E, su una mensola del mio studio, c’è una coppa con scritto “1° classificato” a un concorso di disegno, e datata 1979 (avevo 5 anni). Insomma, che il disegno sarebbe stato il mio lavoro è sempre stato abbastanza evidente; la passione per il fumetto nello specifico viene invece dalle prime letture (soprattutto Topolino e Asterix). Passavo le ore a copiare, soprattutto i personaggi e gli animali, e ancora oggi è il consiglio che dò sempre ai giovani che vogliono accostarsi al disegno: copiare, copiare, copiare.

Teresa: La mia passione per le storie nasce da piccolissima, grazie a un nonno che, con vocine e “vocione”, mi leggeva le Fiabe Italiane di Calvino sul divano in salone. La passione per il fumetto è invece “colpa” di un giovane zio biondo appassionato di Topolino e Alan Ford. Mi dicono che a tre anni leggevo; di certo mi sono avventurata molto presto tra le pagine da sola, anche perché, essendo figlia unica, nelle storie trovavo luoghi da esplorare e compagni di viaggio che mi tenevano compagnia. In età di asilo, riempivo quaderni di storie disegnate; alle elementari le raccontavo a puntate agli altri bambini nell’intervallo; al liceo scrivevo le mie prime cose lunghe rintanata dietro una pila di libri e le facevo leggere alle mie compagne. Insomma, le storie fanno parte di me da sempre: sono l’unica cosa che so fare cavandomela decentemente. Poi, la vita prende strade strane e fa giri lunghissimi; nel 2001, in università, sono incappata in un corso di sceneggiatura per fumetti Disney… ed è stato l’inizio di un cammino che mi ha portato fin qui.

  1. Siete due autori decisamente poliedrici: dalle storie Disney, da Topolino a Witch, a fumetti per ragazzi come Tosca o Viola Giramondo, per arrivare a graphic novel per adulti, come “Il porto proibito” e “Non stancarti di andare”: c’è una tipologia di storie che in modo particolare preferite raccontare e disegnare?

Stefano & Teresa: Ci piace raccontare storie “in costume”, come si direbbe se si trattasse di film. Storie, cioè, ambientate in epoche storiche diverse, magari con dei fatti accaduti realmente ma sempre in secondo piano, inseriti in una narrazione di fantasia. Raccontiamo di personaggi che, per citare Mario Monicelli, “si muovono nelle retrovie della Storia”. Non Stancarti di Andare è l’unico nostro libro, finora, ad essere ambientato in epoca contemporanea, anche se, a ben guardare, si svolge nel 2013 (un passato vicino, ma comunque passato) ed è una storia che affonda le sue radici in tempi più lontani, gli anni ’30, e gli anni ’70.

  1. A questo proposito, ci raccontate come lavorare per ottenere un prodotto destinato a lettori adulti e per lettori piccoli?

Stefano & Teresa: In realtà non facciamo mai troppi ragionamenti da questo punto di vista: pensiamo semplicemente a cosa avremmo voglia di leggere noi, se ci rivolgiamo a degli adulti, e a cosa vorremmo far leggere ai nostri figli, se ci rivolgiamo a dei bambini. Lavoriamo molto “d’istinto”: troppi ragionamenti, troppi “calcoli” finiscono sempre (o quasi) per uccidere le idee e trasformare qualcosa di “forte” e di “emozionante” in qualcosa di “freddo”, di “calcolato” appunto. Il concetto credo sia di non pensare che stai lavorando a un “prodotto” (brutta parola!), ma a una “storia”, perché questo è il nostro mestiere: raccontare storie.

  1. La storia contenuta in “Non stancarti di andare” è ricca di personaggi e storie parallele, oltre a quella tra Ismail e Iris. Ci raccontate com’è nata l’idea per questo intreccio di vicende?

Teresa: Sono partita da un luogo, in realtà, un luogo della Siria che ci era rimasto scritto dentro, al termine del nostro viaggio del 2007: quel monastero che gioca una parte molto importante e di svolta nella storia di Iris e Ismail, e non solo nella loro. Volevo che quel luogo, e l’incontro con padre Saul, il suo fondatore, diventassero una sorta di nucleo incandescente della vicenda, una sorta di “cuore” che batte nelle vite di diversi personaggi che, per i motivi più diversi, sono passati da lì e da allora non sono più gli stessi, perché da quel momento, come afferma Linda a un certo punto, “sono riconoscibili per la cittadella che portano nel cuore”. Quello che si respira al Monastero è quello che volevo far respirare in tutto il libro, attraverso le vicissitudini dei personaggi: che siamo tutti fatti della stessa cosa, che il fatto di essere tutti differenti è quello che ci rende uguali, che c’è un’enorme ricchezza, nella diversità. Per rafforzare questa sensazione, abbiamo voluto due “protagonisti” (sento in realtà protagonisti anche molti altri personaggi, oltre a Iris e Ismail: persino la casa di Verezzi è, a suo modo, fortemente protagonista!) “impuri”, con delle storie di famiglia e di migrazione forti, alle spalle, o davanti a sé: Iris ha radici argentine, Ismail ha studiato in Italia, ed è lì che lo aspetta il futuro, pur essendo siriano. Da questa scelta sono venuti i personaggi “di contorno”, le famiglie di entrambi, non necessariamente biologiche.

  1. Come sono nati i personaggi principali di questa storia? E, di conseguenza, come li create graficamente? Vi ispirate a persone che avete conosciuto oppure lasciate galoppare la fantasia?

Teresa: Mi piace ripetere che “come in ogni storia di finzione, non c’è quasi nulla di inventato”. Succede anche qui. Raccontiamo solo storie che abbiamo voglia o addirittura bisogno di raccontare, quindi è chiaro che hanno sempre molto a che fare con noi, anche quando sono ambientate su velieri ottocenteschi tra l’Inghilterra e il Siam. Anche in questo caso, siamo partiti da nostre esperienze, conoscenze, realtà che abbiamo sperimentato personalmente. La fantasia poi galoppa ugualmente, le due cose non sono in contrasto: semplicemente ci viene più semplice essere “sinceri” se parliamo di cose che conosciamo. Potremmo dire che praticamente tutti i personaggi del libro esistono nella realtà: magari sono persone mescolate tra loro, hanno età diverse o provenienze diverse da quelle del romanzo, hanno vissuto esperienze differenti, ma emotivamente simili… ma comunque esistono, o sono esistite. Ed è questo che ci dà la forza e la voglia di raccontarle.

Stefano: Graficamente i modi di creare i personaggi sono tanti: ci si ispira alla realtà, prendendo spunto da conoscenti, amici, facce notate sul metrò, o dagli attori di qualche film, o da altre storie a fumetti, o da libri illustrati… insomma, da quello che si ha intorno, e poi si mescola il tutto. A volte capita di usare la barba di un attore sulla faccia del tuo vicino di casa con gli occhiali di una vecchia prof del liceo… Per questo libro ho seguito il medesimo procedimento: Teresa mi ha dato una descrizione “psicologica” dei personaggi (che è quello che serve al disegnatore: non mi importa di sapere se uno è alto o basso o con i capelli rossi o neri, mi interessa sapere se è simpatico, antipatico, gentile, burbero, cosa pensa, cosa prova, come reagirebbe in determinate situazioni…) e io ho creato il loro aspetto fisico, mescolando elementi delle più svariate provenienze (così svariate che non sono più in grado di ricostruire cosa ho preso dove, ma è normale così…).

  1. Qual è il personaggio di “Non stancarti di andare” che preferite? E perché?

Stefano: Maite, perché dice un sacco di parolacce.

Teresa: Anch’io ho un debole per Maite che, come sto dicendo spesso nelle primissime presentazioni del libro, “mi è scappata di mano”: pensata per essere un personaggio secondario, ha finito per prendersi un posto di primo piano. Ma forse alla tua domanda risponderei Padre Saul, perché è per raccontare lui che ho costruito tutte le storie che lo circondano.

  1. Tecnicismi grafici: quando si ha in mente l’idea per una scena, come avviene il processo grafico che porta alla tavola?

Stefano: Io parto sempre da un piccolo schizzo sulla pagina di sceneggiatura, poi passo a un “rough”, cioè la tavola (in formato più grande di come verrà stampata, ovviamente) disegnata su un foglio A3 da fotocopie: in questa fase lavoro con matite grasse senza minimamente preoccuparmi di non sporcare o di stare attento a quello che faccio, tanto questo foglio lo vedrò solo io. Questa prima versione della tavola è in genere apparentemente confusa, pasticciata, piena di ripensamenti, di appunti a margine. A questo punto, col tavolo luminoso, passo al “clean up”, cioè “finalizzo” la tavola, ripassandola a china, o a pastelli, o con qualunque tecnica mi passi per la testa (Non Stancarti di Andare è ripassato quasi interamente con una banalissima penna a sfera).

  1. Tecnicismi scenografici: quando si ha in mente una storia – o una scena in particolare – la si scrive su carta o la si trasforma in un bozzetto?

Teresa: Sarebbe un disastro se la trasformassi in un bozzetto, io che non so disegnare! Io parto sempre dai dialoghi: quando immagino una scena, la prima cosa che faccio è buttare giù i dialoghi a matita su un foglietto. Solo in un secondo momento divido quei dialoghi in vignette e ci costruisco attorno il set e le azioni. Vale per la sceneggiatura dell’intera storia, che scrivo interamente a mano, in matita… e poi batto a computer perché possa essere leggibile per Stefano.

  1. I luoghi del libro: Italia, Siria, Argentina. Quanto i vostri viaggi influiscono e ispirano i vostri lavori grafici?

Teresa & Stefano: I viaggi hanno da sempre ispirato tantissimo le nostre storie. A volte sono viaggi recenti, fatti magari apposta per cercare documentazione (vedi il caso de Il Porto Proibito: abbiamo girato i porti storici del sud dell’Inghilterra in cerca di spunti, fotografie, libri), altre volte viaggi del passato, come nel caso di NSDA: qui, alla base di tutto, c’è un viaggio in Siria di 10 anni fa (era il 2007). Un viaggio in un Paese magnifico, accogliente, lontanissimo dalle immagini che invece vediamo oggi. Un Paese che ci ha lasciato tantissimi ricordi di incontri e di emozioni.

  1. Per inventare e disegnare storie bisogna avere una buona propensione allo studio e alla ricerca. Quante e quali ricerche avete fatto per realizzare “Non stancarti di andare”?

Teresa & Stefano: D’abitudine siamo abbastanza “maniacali” nell’espetto documentazione, e questo libro non ha fatto eccezione: Il libro parla anche di argomenti emotivamente “difficili” come il dramma dell’immigrazione o la guerra in Siria, e volevamo trattarli con tutto il rispetto dovuto a tragedie che colpiscono degli esseri umani: abbiamo quindi letto e studiato tantissimo, incontrato esperti, per essere più accurati possibile, e poi selezionato cosa raccontare, cosa mostrare, e cosa no.

  1. Quali consigli dareste ai ragazzi che vorrebbero avviarsi alla carriera da fumettista?

Stefano & Teresa: Copiate, copiate, copiate! Non solo fumetti. E leggete, leggete, leggete! Non solo fumetti. Siate curiosi. Mettetevi nelle cose che scrivete e disegnate. Siate onesti (non è detto che le storie debbano essere vere, ma fate che siano autentiche le emozioni che provano i vostri personaggi). Mettetevi nei panni degli altri. Non fate storie solo “di testa”, anche se sono su commissione o su personaggi di altri: metteteci il cuore. Osate rischiare. Cercate nuovi punti di vista sulle cose note. Documentatevi molto bene su quel che pubblica l’editore al quale vi state proponendo. Non insultate l’editore che vi ha rifiutato un progetto; se siete nervosi, andate a mangiarvi una fetta di torta, poi tornate a casa, cambiate pagina e ricominciate. E, se sentite che raccontare è esattamente la cosa che vi brucia dentro, non lasciatevi scoraggiare dalle porte in faccia: fanno parte del gioco.

  1. Curiosità: la gestazione di “Non stancarti di andare” è stata lunghissima e state iniziando ora a raccogliere i frutti del vostro lavoro, ma… vi chiedo quali sono i vostri prossimi progetti per il futuro, se potete rivelarci qualcosa!

Stefano & Teresa: Al momento ci troviamo nel medioevo italiano, in una Toscana un po’ reale un po’ immaginata, alle prese con le avventure di un trio di ragazzini diversissimi tra loro, ma che stanno diventando inseparabili. Potrete leggere le avventure di “Tosca dei Boschi” tra un annetto circa. Teresa ha da poco terminato di scrivere una seconda avventura di Orlando Curioso, che Stefano si appresta a disegnare. Poi c’è Orgoglio e Pregiudizio, versione Disney del romanzo della Austen, 100 tavole di paperi ottocenteschi (pubblicazione prevista entro il 2018). E, dallo scorso aprile, stiamo macinando letture per immergerci nell’atmosfera del nostro prossimo graphic novel adulto: speriamo di riuscire a preparare un progetto da presentare a BAO all’inizio del 2018.

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“Non stancarti di andare” Book Blog & Vlog Tour, 5 tappe, dal 8 al 17 novembre 2017!

Un modo per conoscere meglio il nuovo libro di Stefano Turconi e Teresa Radice, Non stancarti di andare, edito da BAO Publishing, attraverso una serie di recensioni, video-recensioni e interviste che vi sveleranno, secondo diversi punti di vista, i lati più interessanti di questo graphic novel!

Per il giveaway, saranno estratti 3 vincitori o vincitrici tra i partecipanti.
Ognuno/a di loro vincerà:
– 1 copia di “Non stancarti di andare” con dedica disegnata degli autori
– 1 esclusiva serigrafia numerata di “Non stancarti di andare”

Per partecipare e poter vincere è necessario:

– Mettere mi piace alla pagina Facebook BAO Publishing
– Diventare lettori fissi/seguire i blog/vlog partecipanti
– Commentare tutte le tappe del blog tour
Compilare il form con i dati (per il givaway)
– Condividere il blogtour sui social

“Non stancarti di andare” Teresa Radice e Stefano Turconi, Book Blog & Vlog tour, 8-17 novembre 2017

8 novembre: Il colore dei libri
10 novembre: Chibi is the way
13 novembre: Every POP
15 novembre: Books and tea
17 novembre: Il giro del mondo attraverso i libri

24 pensieri su “Non stancarti di andare | Intervista agli autori Stefano Turconi e Teresa Radice

  1. Fernanda G. ha detto:

    L’intervista davvero ben strutturata e capace di rispondere a molte curiosità! Sono rimasta davvero colpita da questa frase: 《troppi ragionamenti, troppi “calcoli” finiscono sempre (o quasi) per uccidere le idee e trasformare qualcosa di “forte” e di “emozionante” in qualcosa di “freddo”, di “calcolato” appunto》. Avete ragione, dovremmo essere meno cerebrali e seguire (sempre) il cuore ❤

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  2. Cristina Calvaruso ha detto:

    Bellissima intervista e belle domande *-* hai colto nel segno e ci hai permesso di conoscere in maniera esaustiva questi due fantastici autori. Sono sempre più curiosa di conoscere questa storia, grazie ❤

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  3. Romi Rimiesse ha detto:

    Amo sempre le interviste *-*
    Ho già letto ed adorato Viola Giramondo e ora sto leggendo il Porto Proibito ed è incredibile come nonostante i due generi diversi siano riusciti a creare due storie tanto belle ed appassionanti.
    Non vedo l’ora di leggere anche questo nuovo e di conoscere questa Maite, da come ne hanno parlato già mi ispira tanto come personaggio ^^

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  4. Matteo Damiani ha detto:

    Sempre belle le tue interviste agli autori! Trovo che sia una delle cose più interessanti dei blog tour di Bao,quando gli autori possono raccontare di se e del loro lavoro.grazie!

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  5. Silvia Marinetti ha detto:

    Bellissima storia e caracter design davvero molto interessante…Complimenti per l’intervista…che dire ancora…spero ed incrocio le dita… 🙂

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  6. Davide ha detto:

    Bellissima intervista un po’ ti invidio perché da quando è uscito il porto proibito che cerco di beccarli ma forze maggiori me lo impediscono sempre 😀 ottimo lavoro grazie e speriamo per il concorso ciaooooo

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  7. Micaela Catanese ha detto:

    Interessantissima intervista riguardante gli autori di un bellissimo libro. Alla conclusione di questo tour mi sono veramente innamorata dello splendido lavoro. Lo leggerò senza ombra di dubbio ma prima tento la fortuna. Incrocio per bene le dita… Complimenti a tutti!

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  8. alessandra gulino ha detto:

    Questa è la mia tappa preferita perchè anche io vorrei studiare illustrazione o fumetto, quindi mi è stata molto d’aiuto per i consigli che hanno dato i creatori di questa meraviglia ❤ Spero tanto di vincere! Ho lasciato la condivisione nel form ❤

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