“Davvero ti fa paura che io vada via?”.
“Ma certo!”.
“È già qualcosa”. Cercava di sembrare arrabbiata, ma si capiva che era contenta.
Hugh si alzò in piedi. “Andiamo a dare un’occhiata alla tua nuova stanza e vediamo che cosa si può fare per migliorarla.”
“Va bene, papà”. Gli prese la mano, ma era quella sbagliata; diede una rapida carezza alla calza di seta nera che copriva il moncherino del padre e poi disse: “Non è certo come stare in trincea durante una guerra: credo che alla fine mi ci affezionerò”.
Aveva in viso un’espressione seria, nello sforzo di nascondere quanto fosse in pena per lui. [Gli anni della leggerezza, E. J. Howard, trad. M. Francescon]
Inghilterra, 1937. I tre fratelli Cazalet e le rispettive famiglie si preparano per andare a trascorrere le vacanze estive a Home Place, nel Sussex, la dimora di proprietà dei genitori affettuosamente soprannominati il Generale e la Duchessa. Assieme ai genitori, a Home Place, vive la sorella minore, Rachel, donna tormentata da forti mal di schiena e da un amore che non può manifestare liberamente.
Sono davvero numerosi, i Cazalet. William Cazalet, il Generale, è proprietario di una grande azienda che si occupa del commercio del legname, e i due figli maggiori – Hugh ed Edward – lavorano nella ditta di famiglia; Rupert, invece, è un artista che per sbarcare il lunario insegna in una scuola, senza grandi soddisfazioni e percependo uno stipendio alquando magro. Rachel, l’ultimogenita, vive a Home Place e si occupa dei genitori.
Hugh è sposato con una donna che ama tantissimo, Sybil, dalla quale ha avuto tre figli. Edward è sposato con Villy, ma non riesce a stare lontano dalle donne, sulle quali esercita un discreto fascino; la coppia ha tre figli. Rupert ha due figli ma è già vedovo e in seconde nozze ha sposato una donna troppo giovane, troppo bella e, almeno all’apparenza, troppo frivola: Zoë.
La leggerezza a cui fa riferimento il titolo dell’opera si percepisce molto bene. Le atmosfere sono quasi sempre calme e rilassate, nonostante qualche attrito fra i famigliari, ma in generale la vita dei Cazalet scorre con tranquillità durante l’estate del 1937: Home Place è a soli 15 chilometri dal mare, per cui spesso gli adulti portano i figli e i nipotini al mare; la Duchessa assieme alla cuoca Mrs Cripps studia i menù settimanali; il Generale continua a lavorare in azienda; le cugine Louise e Polly cercano di tenere fuori la cugina Clary dai loro affari; i cugini Simon e Teddy fanno comunella, scacciando via i Cazalet più piccini, Lydia e Neville.
L’estate del 1937 verrà ricordata da tutti loro, negli anni a venire, come una delle ultime estati spensierate prima dell’inizio della Seconda Guerra Mondiale, perché già in quella successiva il timore di un nuovo conflitto si farà più concreto.
“Credo stia per scoppiare un’altra guerra”. Hugh non lo stava guardando, e parlava nel modo pacato e casuale che usava per le cose serie.
“Gesù! E che cosa te lo fa pensare?”.
“Be’, guarda cosa sta succedendo! I tedeschi hanno occupato l’Austria. Hitler se ne va in giro a parlare del potere e della superiorità del Terzo Reich (…)”.
“Stammi a sentire, vecchio mio. So che sei davvero preoccupato ma vedrai che i crucchi non si metteranno contro di noi. Non dopo l’ultima volta (…)”. [Gli anni della leggerezza, E. J. Howard, trad. M. Francescon]
Il romanzo “Gli anni della leggerezza” di E. J. Howard (tradotto da Manuela Francescon, Fazi editore, 604 pagine, 18.50 €) è suddiviso in due parti che descrivono le due estati prima che Hitler invada la Polonia. Se nell’estate del 1937 l’idea del conflitto resta sullo sfondo – la politica internazionale non tocca più di tanto le vite dei Cazalet – nel corso dell’estate del 1938 si percepisce in modo diverso la paura per una guerra imminente, in modo particolare lo sente la piccola Polly, la figlia di Hugh, perché teme che l’amato padre venga richiamato in guerra e che, questa volta, non torni più.
I rapporti tra i membri della famiglia nel corso di un anno cambiano molto: si stringono nuove allenze tra cugini, le amicizie si sgretolano e se ne costruiscono di nuove, gli adulti incominciano a pensare seriamente alla guerra e il Generale si organizza in modo da resistere ad un eventuale attacco aereo sull’Inghilterra da parte dei crucchi. Acquista la proprietà di Mill Farm e accoglie anche Jessica, la sorella di Villy, con i suoi quattro figli.
La scrittura di Elizabeth Jane Howard è molto raffinata e scorrevole: le descrizioni sono curate, nessun dettaglio è lasciato al caso; vengono descritti gli abiti dell’epoca, gli arredi, il colore dei fiori del giardino della Duchessa. Ma quello che più mi ha incantata è stata la notevole caratterizzazione psicologica dei personaggi: la Howard mette a nudo ogni personaggio, dal più importante quale il Generale all’ultimo dei domestici, l’adorabile e pasticcione Billy, l’aiuto giardiniere.
Nonostante la mole, “Gli anni della leggerezza” è un romanzo scorrevole e la cosa incredibile è proprio questa: il fatto che la Howard sia riuscita a scrivere un libro così coinvolgente dove, tutto sommato, a parte qualche piccolo colpo di scena, viene messa in scena la semplice quotidianità di una benestante famiglia inglese degli anni Trenta.
Leggendo ho avuto la sensazione di essere una spettatrice privilegiata: sono stata ospite silenziosa a Londra, Mill Farm e Home Place per osservare i Cazalet. Riga dopo riga, ho seguito dialoghi e pensieri dei personaggi, svelato i loro timori e le loro paure, ho scoperto i loro difetti e mi sono ritrovata, nel corso della storia, a rivalutare un personaggio o a restare delusa da un altro.
“Gli anni della leggerezza” è una bella lettura, il romanzo perfetto per chi ama leggere.
Titolo: Gli anni della leggerezza
L’Autrice: Elizabeth Jane Howard
Traduzione dall’inglese: Manuela Francescon
Editore: Fazi
Perché leggerlo: perché “Gli anni della leggerezza” è un romanzo coinvolgente, stimolante e interessante. Il romanzo perfetto per chi ama leggere.
Ho letto tutta la saga e concordo con quello che scrivi. Ora sto proprio leggendo un altro romanzo della Howard “Il lungo sguardo” ma, anche se sono ancora in corso d’opera, mi pare sia inferiore ai Cazalet.
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Buongiorno e grazie del commento 🙂
Io ho già recuperato tutti i volumi della saga (benedetto Acciobooks!) e presto continuerò a leggerli.
“Il lungo sguardo” mi incuriosisce, ma suppongo che la saga dei Cazalet sia la sua opera principale, quindi migliore 🙂
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“Il lungo sguardo” lo leggerò anche io, appena finita la saga dei Cazalet! La saga è la sua opera principale, difficile eguagliarla o superarla 🙂
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Quello che ho apprezzato di più della Howard è il suo saper raccontare l’evolversi della società britannica, dal vetusto mondo vittoriano all’era moderna, attraverso i cambiamenti famigliari e femminili. Sembra aver raccolto la penna della Austen.
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Ciao Michela 🙂
Quello che mi descrivi è uno dei punti che ho percepito anche io! Non vedo l’ora di leggere come si evolverà la società inglese e i suoi personaggi!
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