Davide Bacchilega | Più piccolo è il paese, più grandi sono i peccati

Inizio questa nuova recensione condensando in pochissime parole cosa penso di “Più piccolo è il paese, più grandi sono i peccati” di Davide Bacchilega (Las Vegas Edizioni, 305 pagine, 15€): questo romanzo mi è piaciuto tantissimo. Ora vi spiego nei dettagli il perché di questa sensazione.

romagnamia

Titolo: Più piccolo è il paese, più grandi sono i peccati

L’Autore: Davide Bacchilega è nato a Lugo (Ravenna). Attualmente lavora a Bologna in un’agenzia di comunicazione. Oltre a “Più piccolo è il paese, più grandi sono i peccati”, Bacchilega ha scritto diversi racconti e romanzi.

Editore: Las Vegas Edizioni

Il mio consiglio: è uno dei gialli più coinvolgenti e incalzanti che ho letto negli ultimi tempi. Procuratevelo se amate il genere giallo e se siete affascinati all’idea di una Romagna nebbiosa, umida e fredda, senza gente abbronzata in spiaggia e discoteche aperte tutta la notte, ma piena di crimini e criminali.

Ha ragione, lo sbirro. D’altronde non mi insegna niente. Il caso ancora aperto mi fa gioco: allunga il brodo della suspance. Ma non fraintentemi: non sono uno sceneggiatore di artefatte storie hollywoodiane. Sono solo il vostro fedele cronista. Fedele ai miei lettori. Fedele alla linea editoriale.
Rimango qualche minuto sulla scena del crimine, mentre il buio impastato di umidità è illuminato dai flash della Polizia Scientifica, lucciole giganti ai margini dei fossi.
Eccolo finalmente l’omicidio di Natale.
Tanti auguri. Soprattutto a me.
Perché l’inverno del mio scontento s’è tramutato in gloriosa estate. Perché questa è la mia meritata cattiva notizia. [Più piccolo è il paese, più grandi sono i peccati, Davide Bacchilega]

E’ l’antivigilia di Natale, in Romagna. Le spiagge che di solito sono affollate di turisti, in questo periodo sono vuote. Le discoteche chiuse, il massimo della movida romagnola è un giro al bar del paese, pieno di marpioni in pensione. C’è la nebbia, persistente, avvolgente, umida, che ricopre il paesaggio come un guanto, obbligando gli automobilisti ad affidarsi alla linea di mezzaria per non finire in un fossato.

E’ l’antivigilia di Natale, in Romagna, quando a tre ex-ragazze squillo arrivano tre lettere piene di minacce e violenza. La lettera arriva a Barbara, che è una novella e splendida prefica ingaggiata per piangere durante i funerali; la lettera arriva a Didi, che incontra ancora qualche ex-cliente affezionato, ma solo per mettere da parte i soldi per portare il piccolo Pavel, il figliolo, in Inghilterra; la lettera arriva a  Giorgia che è affetta da una malattia che le impedisce di ricordarsi i volti, e i suoi clienti li riconosceva dai gesti e dal modo di camminare. Tutte e tre ricevono la lettera e le ragazze cercano di contattare il loro ex-protettore, Ermes Donati: forse lui qualcosa in più sa.

Michele è un giornalista di cronaca nera che insegue lo scoop, che vorrebbe sfondare, ma è sempre costretto a scrivere di banali incidenti o di furti. Però, Michele ha un informatore in polizia, un uomo che si fa chiamare Gola Profonda e che gli dà sempre l’imbeccata quanto capita una disgrazia.

Mauro è un tanatoprattore, colui che prepara i morti prima del funerale. Li trucca, li aggiusta, li acconcia come per una festa, li rende presentabili. Mauro è insicuro, dolcissimo, in preda alle sue manie (“…ma ho dimenticato di chiudere a chiave il Ducato sbadato che sono“) e al grande sogno di partecipare al quiz Chi vuol esser milionario?

Il Natale porta una bad news: viene ritrovato il corpo orrendamente ferito e straziato di una ragazza, gettato come spazzatura in aperta campagna. E’ chiaro che la donna sia stata assassinata. Non resta che indagare, che cercare di risolvere il giallo, per cercare di impedire all’assassino di colpire di nuovo.

Quando si pensa alla Romagna, da fuori, è probabile che vengano in mente immagini simpatiche: la piadina farcita, l’orchestra Casadei, la tabaccaia di Amarcord. Però a quest’aria satura che c’è in inverno non ci pensano mai quelli di fuori. Non si immaginano questa nebbia che si stringe come un cappio attorno alla terra, senza mollarla, fino a strangolarla. Hanno in mente, quelli di fuori, solo le spiagge affollate, ombrelloni colorati e pedalò al largo. Ma quelli che vivono in questo groviglio soffocante sanno bene che la Romagna non è sempre in fiore. Soprattutto in certe notti, quando perfino un innocuo taxi, solcando il mare dell’oscurità, appare minaccioso come una nave pirata. Specie se si accosta alla tua finestra. La mia, nella circostanza. [Più piccolo è il paese, più grandi sono i peccati, Davide Bacchilega]

Bacchilega ci presenta i personaggi del romanzo in un modo originalissimo e divertente: ogni capitolo è affidato al racconto in prima persona del personaggio, che diventa un po’ il protagonista del momento. Nei capitoli Bacchilega ha fatto davvero un grande esercizio di scrittura: per ogni personaggio che prende parola, Davide Bacchilega cambia stile. Così abbiamo stili asciutti o verbosi, ossessioni o flashback, periodi ripetuti per sottolineare le insicurezze, e nel caso di Mauro il tanatoprattore il capitolo è scritto in minuscolo, per differenziarsi ancor meglio dagli altri. Bacchilega dà persino voce ad Arrigosacchi, il cane diarroico di Ermes Donati, che ha un capitolo tutto per sé.

Inoltre, ogni capitolo è collegato al successivo con un bellissimo gioco di frasi e parole. La realtà romagnola, nebbiosa e cupa, è resa in modo magistrale per tutta la durata della storia, dove chi legge sente aleggiare una cappa spessa sulle teste dei personaggi e vive la stessa inquietudine. Detto così sembra un romanzo triste e inquietante, invece a tratti è divertente ed esilarante (nonostante i morti ammazzati in modo violento).

Più piccolo è il paese, più grandi sono i peccati” è un romanzo giallo davvero scritto bene, scorrevole, dove la trama funziona come un meccanismo perfetto. Tanto perfetto e ben consegnato che questa volta posso vantarmi di aver capito chi era il (la?) colpevole dei fattacci. Questo perché era da tanto tempo che non leggevo un romanzo giallo così coinvolgente, tanto da portarmi sulla strada giusta per scoprire la mano criminale. Infine, ha un finale bellissimo, proprio quello che mi ero auspicata di cuore!

(© Riproduzione riservata)

9 pensieri su “Davide Bacchilega | Più piccolo è il paese, più grandi sono i peccati

    • Claudia ha detto:

      Ciao Cristina! Anche qui in Piemonte spesso c’è nebbia e l’ambientazione nel romanzo è resa davvero benissimo 🙂
      Sei ami i gialli e i misteri “fumosi” questo è un ottimo romanzo da leggere 🙂
      Grazie per la visita!

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    • Claudia ha detto:

      Ciao Carlo 🙂
      Io amo molto il genere giallo e per me è stata una lettura piacevole e molto stimolante. Arrivare alla soluzione è stata un’iniezione di “autostima letteraria” 🙂
      Se ti senti incuriosito, anche se non leggi molti gialli, io te lo consiglio: ha uno stile particolare e già solo per quello merita una possibilità.
      Buone letture e grazie per essere passato di qui 🙂

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