Diario di viaggio Praga #2 | Di incanti e meraviglie: Hradčany e il Klementinum

Il secondo giorno di viaggio a Praga decidiamo di visitare il quartiere Hradčany, il promontorio dove sorge il Castello di Praga, quella struttura maestosa e imponente che domina la capitale ceca. Il complesso del Castello di Praga è uno dei più grandi al mondo e fa parte del Patrimonio mondiale dell’Umanità protetto dall’Unesco. Oltre ad una interessante serie di gallerie e musei, il Castello ospita la dimona del presidente della Repubblica e il principale edificio di culto della città: la Cattedrale di S. Vito.

Con la Praga Card di cui vi ho già parlato nello scorso articolo, è possibile ammirare gratuitamente buona parte delle attrazioni del Hrad, perlomeno le più note: in biglietteria mostrando la Praga Card vi verrà stampato un biglietto, leggete i numeri delle attrazioni che potete vedere e consegnate il biglietto agli addetti di ogni attrazione.

Arrivare al Castello da via Černá, dove alloggiamo, è molto semplice: alla fermata Národní třída, di fronte al Caffè Slavia, si prende il tram n. 22, che porta praticamente di fronte all’ingresso del complesso del Castello. Il tram n. 22 è anche decisamente panoramico, consiglio addirittura di farci un giro scendendo e salendo in fermate a caso: troverete sempre qualcosa di bello da vedere. Unica accortezza per la visita al Castello: andateci al mattino sul presto, prima che venga assediato letterarlmente da gruppi di turisti impazziti.

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La Seconda Corte, ingresso da Prašný most (foto: Claudia)

La Cattedrale di San Vito

Questa imponente cattedrale occupa una parte molto importante della Terza Corte del Castello, il che la rende difficile da ammirare nel suo complesso, talmente è grande. L’aspetto asimmetrico deriva dalla sua storia lunga e travagliata dal momento che pare che le fondazioni risalgano addirittura al 1344. La Cattedrale fu completata in modo definitivo solo nel 1929, esattamente mille anni dopo la scomparsa del Patrono della Boemia, Vanceslao.

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L’imponente facciata della Cattedrale di San Vito (foto: Claudia)

L’interno della Cattedrale è davvero grandioso, opere d’arte di mani di artisti diversi – compreso Alphons Mucha – hanno reso questo edificio un vero capolavoro. Ci si sente davvero molto piccoli a passegiare tra la foresta di colonne delle navate, ammirando le magnifiche vetrate istoriate. Vi racconto una curiosità davvero buffa: della cappella di Svatý Václav vi è una scalinata che porta alla Sala dell’Incoronazione (quasi mai aperta al pubblico), dove in una sala laterale sono conservati i gioielli della Corona Boema. La sala è sempre chiusa a chiave da sette serrature, e le chiavi sono conservate da sette persone diverse, una di queste è il Presidente della Repubblica Ceca. Oltre al prezioso valore dei gioielli della Corona Boema, le misure di sicurezza sono dovute alla necessità di impedire che un pretendente al trono possa indossare la Corona, un gesto fatale per l’intera Repubblica: ci provò un nazista e ne subì le inevitabili conseguenze…

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L’interno della Cattedrale di San Vito (foto: Claudia)

Sv. Jiří , l’edificio romanico più bello di Praga

Sv. Jiří è la chiesa di San Giorgio, una piccola chiesetta che si trova nella Jiřské náměstí, appena dietro la Cattedrale di San Vito. Non tralasciatela: con la Praga Card l’ingresso è gratuito e ne vale la pena. Da poco restaurata e riportata agli antichi fasti, la chiesa di San Giorgio fu iniziata nel X secolo, e dal 1173 sostituì la chiesa precedente.

La sua doppia scala che porta al coro è magnifica, e l’acustica della struttura è talmente perfetta da ospitare concerti di musica di alto livello. Un’altra curiosità: alla destra del coro c’è la Cappella di Santa Ludmilla, che fu nonna di San Vanceslao, assassinata dalla nuora nel 921, diventando la prima martire della Boemia… Quando si dice una famiglia di santi!

Per chi non ha paura di impressionarsi, nella cripta c’è una statua di cera dove troneggia una figura scheletrica incappucciata con il ventre pieno di rettili: l’allegoria della Vanità.

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L’interno della chiesa di San Giorgio (foto: Claudia)

Zlatá ulička, il Vicolo d’Oro e la casa azzurra di Franz Kafka

La mia curiosità era davvero altissima: non vedevo l’ora di visitare la casetta azzurra del Vicolo d’Oro, quella dove visse Franz Kafka e dove scrisse alcune sue opere. Ovviamente, nemmeno il Vicolo d’Oro mi ha delusa. Uscendo dalla Chiesa di San Giorgio, però prima di scendere verso il Vicolo d’Oro, guardate le finestre dei palazzi di fronte a voi: forse fu proprio da lì che due consiglieri furono gettati dalla finestra dai nobili asburgici… ve la ricordate la defenestrazione di Praga? Tranquilli, gli spiriti dei consiglieri non infestano il Hrad semplicemente perché i due non morirono nella caduta perché caddero su di un soffice mucchio di letame di cavallo!

Tornando al Vicolo d’Oro, è senza dubbio il luogo più noto del complesso del Castello. Le casette color pastello furono costruite per i 24 membri della guardia del castello all’epoca di Rodolfo II. Il luogo declinò nell’Ottocento e le casette colorate divennero sede di fabbri e altri artigiani che si stabilirono qui.

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Al n. 22 del Vicolo d’Oro, la casetta azzurra, visse nell’inverno del 1916 lo scrittore Franz Kafka (foto: Claudia)

Tra gli abitanti famosi del Vicolo d’Oro si annoverano Jaroslav Seifert, poeta ceco premio Nobel e Franz Kakfa, che al civico 22 a casa della sorella scrisse alcuni racconti. Con l’avvento del comunismo, questo angolo delizioso divenne un grande mercato per turisti, ma successivamente fu ristrutturato e resturato e oggi nelle casette si possono ammirare oggetti e ambienti di vita dell’epoca, dalla casa dell’erborista a quella della maestra o della psicologa.

Per chi non teme il macabro: la Torre Daliborka

La Torre Daliborka è un’inquietante struttura umida e buia dove venivano rinchiusi i prigionieri. Il nome deriva da Dalibor, il primo prigioniero ucciso nel 1498. Per restare in tema macabro, si dice che nella torre a volte riecheggino le note di un violino che il condannato aveva imparato a suonare in cella. Altro che Dario Argento qui!

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La Torre Daliborka: io non so se il teschio nella gabbia sia vero o finto! (foto: Claudia)

Anche se inizia a piovere e ovviamente non abbiamo l’ombrello perché è rimasto nell’appartamento, scendiamo dal Castello a piedi, ammirando le casette di Praga adagiate lungo la collina fin verso la Moldava e il Ponte Carlo. Il programma dopo pranzo è quello di vedere il Klementinum, che ospita una delle biblioteche più belle dell’intera Repubblica Ceca.

Di quella volta in cui sono rimasta senza parole al Klementinum…

Arrivare al Klementinum sembra facile ma non lo è, o meglio, non è facile per chi è distratto come me. Il giorno precedente siamo passati davanti al Klementinum almeno tre volte, senza notarlo. Si trova sulla Karlova, sul lato nord della strada: dovete entrare in un portone e tenere la sinistra sul cortile, ecco la biglietteria.

Il Klementinum non è un’attrazione compresa nella Praga Card, ma con essa di ha diritto a circa 3 euro di sconto. Ho sognato per mesi quel momento, il momento in cui avrei visto la biblioteca del Klementinum una delle più belle della Repubblica Ceca.

Per chi ama i libri come me, davvero, è imperdibile e ne vale assolutamente il prezzo. Le visite sono guidate in diverse lingue (non in italiano) e oltre alla biblioteca si accede alla torre astronomica dove la vista è semplicemente fantastica. Ma… c’è un ma: la biblioteca non è fotografabile, per cui non vi posso che mettere una delle foto ufficiali del Klementinum per farvi restare a bocca aperta: anche detta Biblioteca Nazionale conta milioni di volumi, soffitti affrescati e stupendi mappamondi. Insomma, un luogo da sogno per i bibliofili!

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La Biblioteca Nazionale del Klementinum è gioia per i bibliofili (fonte immagine:www.prague.eu)

Mia è invece la foto scattata dalla Torre Astronomica, dove si può anche ammirare un piccolo museo di oggetti usati per le misure meteorologiche e ovviamente astronomiche. Praga da ogni angolo da cui la guardi mi incanta.

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Praga mi conquista da ogni scorcio in cui la guardo (foto: Claudia)

Percorrendo la Nerudova e rivedendo il Hrad di notte

Dopo una cena in un locale in Malá Strana, approfittando di quel dicembre stranamente mite, percorriamo a piedi la Nerudova, la più importante fra le strade acciottolate dirette al Hrad da Malostranské náměstí: essa fa parte della via reale che proviene dal Nové Město e di solito è affollata di turisti. Alla sera c’è pochissima gente.

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La Nerudova salendo verso il Castello (foto: Claudia)

La bellissima Nerudova che porta al Castello è tutta in salita, sfilano locali in stile medievali e le ambasciate dei paesi esteri tra cui l’Italia; il nome Nerudova deriva dal noto scrittore ceco Jan Neruda (1843-1891) che nacque al civico 47. I racconti di Jan Neruda hanno immortalato la vita bohémien della riva sinistra della Moldova, anche se forse quando ho detto Neruda vi è venuto in mente il Nobel cileno… Ma Pablito non si chiamava Neruda di cognome, dallo scrittore ceco assorbì il nome che diventò il suo d’arte.

Saliti al Castello, da lassù la vista in notturna è magnifica, sono quelle cose che non si possono scordare perché c’era un tale silenzio lassù, una tale pace. Pochi turisti e qualche militare che presidiava il palazzo del governo, una lontana musica di un artista di strada. L’ennesima conferma che Praga mi stava conquistando pian piano e che mancando due giorni ancora alla partenza, che mi avrebbe mostrato altre meraviglie e altri angoli da scoprire…

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La discesa del Castello di notte, una vista indimenticabile (foto: Claudia)

… Se siete curiosi di proseguire il viaggio nella bellissima Praga, vi dò appuntamento alla prossima puntata!

10 pensieri su “Diario di viaggio Praga #2 | Di incanti e meraviglie: Hradčany e il Klementinum

  1. Athenae Noctua ha detto:

    Semplicemente meraviglioso questo viaggio (e le relative foto)… devo dire che mi stai incuriosendo con questi tuoi post su Praga, mi viene voglia di partire immediatamente! 🙂

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