Diario di viaggio Creta #3 | Akrotiri, dove il misticismo incontra splendide spiagge

Il sole splende anche il nostro terzo giorno a Creta e la giornata prevede una buona dose di spiagge meravigliose e un pizzico di misticismo. Partiamo così alla scoperta dell’Akrotiri, ovvero quello sperone roccioso dove i rilievi si spingono sino a 500 metri sul mare che costituisce “il capo” ad est di Chania.

La quiete mistica di un Monastero immerso nella natura

La prima tappa della giornata è la visita al Monastero di Agia Triada (in greco Μονή της Αγίος Τριάδος) ovvero il Monastero della Santa Trinità. Il Monastero – tutt’oggi abitato – è molto semplice da trovare seguendo i cartelli stradali marroncini e al di fuori del complesso vi è un ampio parcheggio gratuito. Consiglio di arrivare per le 9.00, orario di apertura, per godere appieno della pace del chiostro, ché più tardi viene invaso turisti scaricati a stormi dagli autobus dei tour organizzati; l’ingresso al Monastero prevede un’offerta di 2.50 euro a persona.

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Il cortile del Monastero di Agia Triada (foto: Claudia)

Il Monastero di Agia Triada fu costituito nel XVII secolo da due fratelli della famiglia veneziana Zangaroli, divenuti poi monaci convertiti alla fede ortodossa. Il Monastero fu impostato su una chiesa preesistente, e costruito secondo il gusto veneziano, con una pianta cruciforme e tre cupole che svettano con austerità. La cupola maggiore si trova nell’intersezione tra le navate, mentre le cupole piccole si trovano sul retro. La chiesa è riccamente decorata e i soffitti sono magnificamente affrescati; la chiesa è dedicata alla Santa Trinità mentre le cappelle laterali sono dedicate ad Agios Ioannis Pròdromos.

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Il retro della chiesa principale (foto: Claudia)

La chiesa è un curioso misto di arte occidentale in un esterno di classico stile bizantino. La torre campanaria fu aggiunta solo in seguito, mentre le due iscrizioni che si osservano all’ingresso sono in lingua greca e latina e si riferiscono ai due padri fondatori del complesso. Il Monastero di Agia Triada fu anche un’importante scuola teologica nel XIX secolo.

Oltre al gusto artistico orientale che incontra quello occidentale all’interno della chiesa (dove non ho potuto fare foto perché era vietato), ho apprezzato molto il giardino curatissimo racchiuso tra le mura del Monastero. Passeggiando con tranquillità tra i fiori di ibisco dalle tinte forti e sgargianti o tra le timide roselline selvatiche, ho respirato un’aria mistica in un luogo dove il tempo sembrerebbe essersi fermato.

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Lo splendido e rigoglioso giardino del Monastero di Agia Triada (foto: Claudia)

Oltre alla chiesa, si può visitare un piccolo ma suggestivo museo dove sono conservati reperti molto antichi del Monastero e dei suoi abitanti, e dove viene spiegata in dettaglio la storia non solo del Monastero di Agia Triada ma anche degli altri numerosi Monasteri ortodossi dell’Akrotiri.

Seitan Limania, la spiaggia dai colori paradisiaci che porta il nome di Satana

E ora, dopo esserci riempiti l’anima di tranquillità e misticismo, partiamo per la prima spiaggia che abbiamo in programma di visitare oggi e che ha il nome che curiosamente richiama il diavolo.

Per arrivare alla spiaggia di Seitan Limania (che letteralmente significa Porto di Satana), bisogna impostare il navigatore verso il minuscolo villaggio di Chordaki, quindi seguire per la frazione Akropoli e infine seguire sempre per Porto Limani o Seitan Limania, ci sono le doppie indicazioni. La strada è asfaltata ma dopo l’altopiano dove ci sono le grandi cave di calcare e la chiesetta bianca dedicata a San Raffaele, il percorso scende bruscamente lungo una serie di tornati molto stretti e ripidi (la pendenza è del 10%) completamente privi di protezioni, quindi consiglio vivamente di guidare con estrema prudenza.

Giunti alla fine della discesa, si parcheggia l’auto lungo la strada e ci si incammina verso la spiaggia di Seitan Limania, anche chiamata Stefanou Beach (lo scrivo perché potreste trovarla con questo nome sulle altre guide turistiche). Qui vi troverete di fronte ad uno spettacolo unico!

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I colori paradisiaci della spiaggia del… diavolo! (foto: Claudia)

Per scendere in spiaggia occorre prestare molta attenzione, perché si scende lungo un sentiero sterrato poco segnato e privo corde per aggrapparsi. Comunque bastano un paio di robuste scarpe da ginnastica e un po’ di spirito d’avventura! La discesa dura circa quindici minuti, ma chiaramente il tempo dipende dalla velocità della camminata. La spiaggia è priva di servizi, quindi occorre portare tutto da casa se ci si vuole fermare tutto il giorno. Non è una spiaggia di sabbia, bensì è costituita da piccoli granellini di calcare, e il mare qui non digrada lentamente ma diventa profondo dopo pochi metri da riva. Essendo un piccolo fiordo, l’ora migliore per vedere le spettacolari sfumature dell’acqua va da mezzogiorno alle tre, dopodiché scende l’ombra.

Qui i colori sono davvero unici: l’azzurro cristallo del mare che digrada verso il blu man mano che ci si allontana da riva, i calcari bianchi e rossi che la racchiudono e quella vegetazione aspra e secca, che ne fa da contorno. Insomma, un luogo ancora poco frequentato che sicuramente darà grandi soddisfazioni a chi cerca panorami e spiagge ancora intatte e non prese d’assalto dal turismo di massa.

Risalendo lungo la strada che ci porterà all’ultima tappa della giornata, ci fermiamo a visitare la chiesetta di San Raffaele, quella caratteristica costruzione bianca che albergava nella mia immaginazione ogni volta che pensavo alla Grecia. La chiesetta a picco sul mare l’ho trovata aperta e ho potuto curiosare all’interno, tra la polvere e la moltitudine di icone.

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La piccola ma stupenda chiesa di San Raffaele a picco sul mare (foto: Claudia)

Stavros la spiaggia di Zorba il greco

L’ultima tappa della giornata è in parte letteraria, perché sono davvero curiosa di vedere la spiaggia di Stavros, luogo citato nel romanzo “Zorba il greco” dello scrittore cretese Nikos Kazantzakis e portata sul grande schermo nel 1964, da un bravissimo Anthony Quinn che proprio qui ha recitato la famosa scena dove i protagonisti ballano il sirtaki.

Anche raggiungere Stavros è semplice e attorno alla spiaggia i parcheggi sono tutti gratuiti. La spiaggia è in parte attrezzata e in parte libera, i prezzi degli ombrelloni e delle consumazioni al bar sono molto onesti.

Stavros è stata una vera sorpresa. Avevo visto alcune foto in rete, ma non mi sarei mai immaginata una spiaggia così bella… Circondata da aspri e brulli rilievi di calcare, Stavros è una baia calma dalle acque limpidissime, basse e calde costituita di sabbia finissima, a tratti rosa corallo a tratti dorata, che digrada dolcemente, cosa che fa di Stavros una spiaggia ottima per far giocare i bambini in tutta sicurezza. Insomma, Stavros sembra proprio una grande piscina!

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La stupenda Stavros… non vi viene voglia di fare un bagno? (foto: Claudia)

Guardando verso il mare aperto, ci sono gli scogli di calcare, che generano buffe e originali piscine naturali dalle acque limpidi e caldissime.

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I rilievi dell’Akrotiri si buttano in mare… (foto: Claudia)

Dopo la sosta alla spiaggia di Stavros è ora di rientrare: dobbiamo pianificare la giornata successiva che prevederà la visita ad una delle spiagge più belle di tutta la Grecia. Se siete curiosi di scoprire i colori e le suggestioni della Laguna di Balos, nella penisola di Gramvousa, non perdetevi la prossima puntata!

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