Francesca Barra | Verrà il vento e ti parlerà di me

Il romanzo di cui sto per parlarvi è “Verrà il vento e ti parlerà di me” di Francesca Barra (Garzanti libri, 216 pp., 14.90 euro) l’ho conosciuto attraverso il canale YouTube di Thestral Martell, blogger e booktuber che parla di “libri e altre frivolezze” (videorecensione qui). La trama del libro mi ha subito incuriosita, come mi ha affascinata l’ambientazione, ovvero la Basilicata, una regione italiana che non ho ancora visitato, ma che dopo la lettura del romanzo mi è proprio venuta voglia di vedere. Per questo ho deciso di leggerlo e di consigliarvelo, soprattutto se avete intenzione di intraprendere un viaggio tra Matera e Policoro.

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Titolo: Verrà il vento e ti parlerà di me

L’Autrice: Francesca Barra è nata a Policoro, in provincia di Matera. Scrittrice, sceneggiatrice, giornalista professionista, lavora in televisione su La7, Sky, Rai e Mediaset. Ha condotto diversi programmi e collaborato con “Sette” e “L’Unità”

Editore: Garzanti Libri

Il mio consiglio: è un romanzo leggero come un soffio di vento, delicato come l’amicizia tra una nonna e la sua nipote prediletta

Con Caterina parlavo, raccontavo la mia vita. Arrossivamo assieme quando le parlavo dell’amore che provavo per suo nonno. Da giovani ci si sente eterni, ma prima o poi arriva il momento in cui ci si chiede che traccia resterà della propria vita e istintivamente si guarda con avidità la persona alla quale appartieni. Scegli chi sarà il tuo prolungamento, chi ti continuerà a manterene vivo. E io scelsi lei. [Verrà il vento e ti parlerà di me, citazione pagina 138]

Teresa ha vissuto l’infanzia a Matera, in una delle grotte dei Sassi, uno di quei posti bui e fumosi dove mancavano la luce e il gas anche se il resto dell’Italia degli anni ’50 si stava sviluppando rapidamente; per Teresa quella grotta buia e piccola è tutto il suo mondo, fosse stato per lei non se ne sarebbe andata mai. Ma i genitori sono costretti a lasciare i Sassi per accettare una proposta di lavoro presso una famiglia benestante di Policoro, un paese che si affaccia sul Mar Jonio. Per Teresa è un dramma lasciare il luogo dov’è nata e vissuta, ma nella villa di Policoro dove i suoi presteranno servizio, Teresa incontrerà l’amore di Don Mimì, l’uomo che le resterà accanto tutta la vita.

Caterina è la nipote di Teresa, una ragazza nata e cresciuta tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80. A Caterina il paese di Policoro va stretto, pur amando molto la sua terra, la cucina e le sue convenzioni: decide quindi di andare a studiare a Roma. Per la nonna Teresa questa decisione è inconcepibile: come può lasciare la sua terra per andare in un posto così lontano?

L’ultima estate che Caterina trascorre a Policoro, Teresa le regala tutte le sue ricette per preparare i piatti tipici della cucina lucana: i falaoni, la cialledda, i ravioli di ceci, la torta di frutta secca, sperando di convincerla a restare in Basilicata anziché trasferirsi a Roma.

Ma Caterina è decisa, acquista un biglietto del pullman e arriva a Roma. La città è così diversa dal suo piccolo paese, la gente stessa è diversa, sembra più moderna, più sveglia, più furba. Caterina incontra Pietro, un ragazzo nato e cresciuto a Roma, con idee politiche molto forti, convinto delle sue conoscenze, scaltro e soprattutto molto moderno. Se a Caterina hanno insegnato che per una donna è importante stirare, saper cucinare, tenere una casa e crescere dei figli, per Pietro è importante che ognuno abbia la sua opinione e che ogni uomo possa essere libero di dire ciò che pensa…

La storia è narrata dal punto di vista di Teresa e di Caterina, e i capitoli sono intervallati dalle ricette lucane che la nonna regala alla nipote. Ho amato molto le descrizioni con cui l’Autrice dipinge la Basilicata, una terra divisa tra i monti e il mare, tra distese immense di argilla che, come dice Pietro “sembra il Messico, o che ne so, davvero il deserto. Scorci lunari e solari“.

E’ un libro sui contrasti e fa riflettere sul confine che c’è tra tradizioni e modernità: per noi ragazzi moderni uscire con un ragazzo o una ragazza per mangiare una pizza è scontato, come è scontato baciarsi in pubblico anche se non si è sposati, ma solo cinquanta o sessant’anni fa era un gesto che avrebbe coperto le famiglie di vergogna.

Verrà il vento e mi parlerà di te” è un romanzo lieve come un soffio d’aria calda che arriva dal mare e porta con sé i profumi della macchia mediterranea ed è delicato come l’affetto fortissimo che lega una nonna con una nipote.

E ora che ho solo tanta immaginazione, vorrei, come si vede nei film, trasformarmi e tornare nei Sassi, invisibile. Sarò il vento che scompiglia i capelli dei passanti. Verrà il vento, e quando verrà, ti parlerà di me. Così come la musica della fisarmonica che si sente, senza vederla mai. Sarò quella vocina che sussurrerà a tutti di non andare via o al massimo di tornare presto. Perché tutto dipende da ciò in cui vuoi credere. E dunque, sarò accanto a te, quando chiuderai l’ultima pagina del libro e deciderai, ne sono certa, di venirmi a trovare [Verrà il vento e ti parlerà di me, citazione pagina 204].

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5 pensieri su “Francesca Barra | Verrà il vento e ti parlerà di me

    • Claudia ha detto:

      Mi piacerebbe un mondo visitare Matera e vedere il mare di Maratea… Spero di poter organizzare presto un bel tour in Basilicata e sicuramente te lo farò sapere (voglio troppo conoscere Frodo, anche io ho un Golden: sono esseri magnifici!)

      Piace a 1 persona

      • turistipersbaglio ha detto:

        Imperdibili entrambe: Matera come porta di ingresso alla Basilicata, poi perdersi nell’entroterra (Dolomiti Lucane, e/o paesini speciali come Aliano tra i calanchi, Craco il paese-fantasma), almeno un’escursione nel Parco Nazionale del Pollino e poi meritato relax a Maratea 🙂 Frodo ti aspetta 🙂

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      • Claudia ha detto:

        Delle Dolomiti lucane ho visto foto suggestive e bellissime 🙂 L’idea di Craco mi affascina dopo che ho letto “Cade la terra” di Carmen Pellegrino! Fantastico Frodo, lui non lo sa ancora ma siamo già amici 🙂

        Piace a 1 persona

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