Paolo Cognetti | Manuale per ragazze di successo

Credo che chi segue il mio giro del mondo attraverso abbia notato come, ultimamente, le mie letture siano rimaste entro i confini della nostra penisola a forma di stivale; questo è dovuto soprattutto al merito della casa editrice minimum fax e alla sua interessante selezione di titoli dedicati alla letteratura italiana contemporanea. Ammetto che dopo alcune forti delusioni (vedi “La solitudine dei numeri primi” di Paolo Giordano) avevo smesso di leggere letteratura italiana contemporanea; per fortuna, ora mi sono ricreduta. Senza questo ripensamento, mi sarei persa la scrittura di Paolo Cognetti, che, vi assicuro, è davvero un notevole scrittore.

25_cognetti_manualeTitolo: Manuale per ragazze di successo

L’Autore: Paolo Cognetti nasce a Milano nel 1978. La raccolta di racconti “Manuale per ragazze di successo” segna il suo fortunato esordio; seguono romanzi e racconti editi per la casa editrice minimum fax

Editore: minimum fax

Il mio consiglio: se pensate che la letteratura italiana contemporanea non abbia niente da offrire al lettore, ricredetevi e correte ad acquistare i racconti di Cognetti

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Bet fa la cameriera e io sono a spasso. Lei lavora al ristorante dell’autogrill, stazione di servizio di Modena Nord, così appena si è ambientata ho cominciato a passare a trovarla verso l’ora di pranzo, tanto per vedere come stava dietro al bancone e se riusciva a mandarmi qualcosa al tavolo. Bet è la cosa migliore che mi sia capitata nella vita: prendi Elisabeth Shue, aggiungi dieci centimetri e mettila con uno come me, uno che si è perso e sta cercando di trovare la rotta. Uno che l’ha portata via di casa a diciannove anni costringendola ad una rivoluzione per avere questo in cambio, un posto da cameriera tra l’autostrada del Sole e il Brennero. Avreste detto che ce l’avremmo fatta? Avreste detto che l’amore salverà tutti quanti? [dal racconto “Orientarsi con le stelle“, Paolo Cognetti, citazione pagina 86].

La raccolta “Manuale per ragazze di successo” è composta da sette racconti, alcuni narrati dal punto di vista maschile altri dal punto di vista femminile, e parlano di sette donne che cercano in qualche modo di emergere, di affermarsi, di trovare il loro posto nel mondo.

C’è la ragazza laureata in matematica che corre in macchina col fidanzato Nicola alla volta del matrimonio di una madre che non sente da anni; c’è Maia, una ragazza milanese benestante che cerca di realizzare la sua personale rivoluzione politica; c’è una ragazza in carriera che si trova da sola a prendere una decisione che le cambierà la vita; c’è una grafica in rotta con la rivista e il fidanzato che la tradisce; c’è una giovane ereditiera lesbica che gestisce un lussuoso hotel sulle rive del Lago di Garda; c’è Bet, la cameriera dell’autogrill Modena Nord alle prese con il fidanzato fannullone e il suo avanzamento di carriera; infine, c’è la ragazza che riconsegna di bagagli smarriti all’aeroporto di Milano Malpensa.

In ogni storia c’è una ragazza assolutamente normale e forse proprio in questa normalità io leggo il successo dei racconti di Paolo Cognetti. In ognuna di queste ragazze e donne possiamo specchiarci o per lo meno condividere le loro ansie, le loro paure, i loro sentimenti.

I racconti sono brevi ma taglienti, con pochissime parole Paolo Cognetti descrive una scena, un episodio, un evento e riesce a renderlo con una vividità sorprendente. Nel racconto “Guidare nelle metropoliMilano è resa con una vividità unica, tanto che anche a una persona che non l’ha visitata, lascia un retrogusto particolare, come se l’avesse vissuta in un’altra vita.

Le città sono fatte di strade che non vanno da nessuna parte. Le strade di città sono storie tra uomini, e hanno il loro stesso destino. Quando le storie finiscono, delle strade non rimane più niente [dal racconto “Guidare nelle metropoli“, Paolo Cognetti, citazione pagina 24]

Ho apprezzato le descrizioni sia dei sentimenti che degli oggetti, e mi hanno colpita molto le descrizioni di oggetti che provano quasi dei sentimenti, come un banale soprammobile descritto dalla voce narrante a casa di Maia nel racconto “Guidare nelle metropoli“.

Studiavo la disposizione dei soprammobili, decine di soprammobili in ordine sempre troppo preciso, attratto e terrorizzato dai soprammobili senza valore, i soprammobili senz’altro valore che quello dei ricordi, i soprammobili che ci portiamo dietro dai viaggi, dai mercati, dalle feste di nozze, dalle spartizioni dopo i funerali, i soprammobili che avremmo dovuto buttare, che non abbiamo avuto il coraggio di buttare, e sono i soprammobili più importanti perché dicono qualcosa soltanto a noi, sono i soprammobili che descrivono la storia di famiglia [dal racconto “Guidare nelle metropoli“, Paolo Cognetti, citazione pagina 28]

Oppure, con poche righe rende alla perfezione il caos che regna in autostrada a fine estate.

Lato ovest. Il mare o il ritorno degli esuli. Pieno di diesel e menu fisso, le mogli in bagno, i bambini col cappellino per l’insolazione. Lato est: fine agosto. Un caffé mentre i figli dormono. La sabbia in macchina e l’abbronzatura triste, le valigie ammucchiate nel bagagliaio, la prima giornata di campionato all’autoradio [dal racconto “Orientarsi con le stelle“, Paolo Cognetti, citazione a pagina 90]

Storie, stile, armoniosità, veridicità: tutto torna nei racconti di Paolo Cognetti, racconti che ho davvero apprezzato molto. Mi si è rivelato un Autore decisamente interessante, senza dubbio da approfondire, capacite di raccontare la normalità con originalità.

Cercavo di capire che cosa volevo, che cosa mi faceva male: riuscivo solo a immaginarmi dall’alto come una delle mie valigie, bagaglio triste che gira vuoto sui nastri dopo che tutti sono andati via [dal racconto “La ragazza che sei stata“, Paolo Cognetti, citazione pagina 106]

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