Genova | Frida Kahlo e Diego Rivera

“Vorrei darti tutto ciò che non ho mai avuto e neppure così sapresti quanto è meraviglioso poterti amare” Frida Kahlo

L’abbraccio amorevole dell’universo, la terra (il Messico), Diego, io e il signor Xolotl (1949), Olio su masonite, Frida Kahlo. E’ uno dei dipinti più evocativi di Frida: ella tiene Diego in braccio come fosse una piccola divinità, e a loro volta sono abbracciati da una dea india che rende fertile la terra con il suo latte. Le tre figure sono abbracciate da due mani immense, che rappresentano il sole e la luna.

Il Palazzo Ducale della città di Genova ospita fino all’8 febbraio 2015 la mostra “Frida Kahlo e Diego Rivera”, un’occasione unica per vedere in Italia i capolavori dei due più grandi artisti messicani del Novecento. L’amore tormentato quando appassionato dei due è il filo rosso che unisce l’accostamento tra i piccoli dipinti di Frida Kahlo e le grandi tele di Diego Rivera. Una coppia che è rimasta assieme per 25 anni, legata da un amore fortissimo quanto turbolento che nonostante le incomprensioni, i tradimenti e le difficoltà rappresenta la coppia più nota nella storia dell’arte moderna.

La mostra “Frida Kahlo e Diego Rivera” dal giorno della sua apertura, il 20 settembre, al 15 dicembre 2014 ha registrato l’ingresso di ben 54.699 visitatori (fonte: opuscolo Ducale tabloid Gennaio-Marzo 2015). Questi dati confermano un grandissimo successo. Un consiglio che mi sento di dare a chi come me è “ritardatario”, è senza dubbio acquistare i biglietti on line per evitare le interminabili code dell’ingresso, perché in certi orari ci può anche essere un’ora di attesa. Un altro suggerimento, è quello di prendere assieme al biglietto l’audioguida, fondamentale strumento per una migliore comprensione delle opere, grazie al commento della curatrice della mostra.

Per capire l’arte di Frida Kahlo, più di ogni altro artista, è necessario comprendere almeno due momenti fondamentali della sua breve vita: il grave incidente del 1925 e l’incontro con Diego Rivera. Prima dell’incidente del 17 settembre 1925, Frida aveva già avuto dei problemi di salute: la poliomielite le aveva lasciato una gamba dolorante e più corta dell’altra; nello scontro tra l’autobus sulla quale viaggiava e un tram diretto a Coyoacàn, Frida rimane drammaticamente coinvolta: si rompe bacino e colonna vertebrale ed è costretta a letto per ben ben tre mesi nella immobilità più assoluta. E’ in questo periodo di inattività a letto che inizia, su consiglio del padre, a dipingere. Con un cavalletto speciale, inizia a mescolare colori e creare forme e visi, abbandona l’idea di diventare medico e decide di darsi all’arte. Dipinge molti autoritratti, perché “trascorro molto tempo da sola e sono il soggetto che conosco meglio“.

Nel 1928 si imbatte per la seconda volta Diego Rivera, già noto pittore messicano maggiore di lei di 21 anni. In questo secondo incontro, Frida prende coraggio e gli mostra alcuni sui lavori. Diego ne è entusiasta e la incoraggia a proseguire gli studi e gli esperimenti di pittura. Nel 1929 Diego e Frida si sposano, vivono prima in Messico ma poi per motivi di lavoro, si spostano a San Francisco, dove Diego ha una commissione. La vita americana a Frida non piace, inoltre tra il 1930 e il 1932 Frida subisce due aborti: non riuscirà mai a portare a termine le gravidanze a causa dei postumi dell’incidente dell’autobus. Durante il periodo americano, dipinge “Autoritratto al confine tra USA e Messico“, dove mette in luce le diversità e i contrasti tra due nazioni così vicine ma così diverse.

“Autoritratto al confine tra Messico e USA” (1932) Frida Kahlo. Con questo dipinto, Frida evidenzia il suo atteggiamento nei confronti del paese dei gringos. Il Messico è il paese del sole, della natura, del ciclo della vita; gli USA sono il paese delle industria e della tecnica.

La vita di Frida è movimentata, anche se inizialmente è una vita di viaggi e di poche critiche positive; Diego Rivera invece ha successo, e continua a spostarsi per disegnare murales o ottenere incarichi per opere e ritratti. Particolarmente apprezzati, sono i dipinti che Diego realizza usando gente india come modelli, rappresentando come vive la minoranza messicana. Molto amati sono le serie delle calle, ne eseguirà molti.

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“Venditori di calle” (1943) Diego Rivera. Le bambine indie di spalle sono quasi schiacciate dalle calle che devono a breve sollevare e vendere al mercato. Con questa serie di dipinti, Rivera si concentra sulla condizione di vita dei più disagiati, cercando di porre l’accento su di loro per migliorare il loro tenore di vita.

I tradimenti di Diego proseguono e Frida si sente sempre più ferita, dopo aver scoperto che Diego ha avuto una relazione con Cristina, la sorella della pittrice. Nonostante i tradimenti, i due restano assieme e in questo periodo, Rivera dà asilo politico a Lev Trotzkij, allonanto dal regime comunista russo e fuggito in Messico (dove morirà per mano di misteriosi sicari).

Finalmente nel 1938 André Breton si accorge del grande talento di Frida Kahlo e le propone di esporre anche in Europa. Frida accetta ma giunge a Parigi nel 1939, durante l’ascesa di Hitler e Mussolini, si dice così disgustata dall’Europa tanto da non volerci mettere mai più piede.

Alla fine del 1939 Diego e Frida divorziano, ma l’affetto e la passione che lega Frida e Diego fa sì che loro si risposino, nel 1940; Frida continua i suoi esperimenti di pittura e il suo successo aumenta. Nel 1943 ottiene la cattedra d’arte nella Escuela de Arte La Esmeralda, ma dopo pochi mesi la sua salute peggiora ed è costretta a dare lezioni a casa sua. Mentre il successo sembra baciare Frida Kahlo, ricevendo numerosi premi ed essendo chiamata ad esporre, le condizioni di salute peggiorano notevolmente: subisce diverse operazioni alla schiena, che non hanno successo, ed è costretta su una sedia a rotelle. Dopo l’amputazione di una parte della gamba destra, anche i polmoni peggiorano e negli ultimi tempi è costretta ad assumere antidolorifici sempre più potenti.

Frida muore il 31 luglio 1954, senza aver terminato il dipinto “Autoritratto dentro un girasole“. Diego Rivera muore nel 1957, dicendosi pentito dei tradimenti inflitti a Frida, l’unica donna che lui abbia mai amato così tanto e così intensamente.

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“Autoritratto dentro un girasole” (1954) Frida Kahlo. L’ultimo dipinto di Frida è incompiuto. Il girasole è appassito, lei sente la vita che se ne va. Tormentata dal dolori e stordita dai narcotici e antidolorifici, la pennellata è incerta, insicura e difficile. Questo quadro fu buttato, ma miracolosamente recuperato dalla spazzatura.

Molto intensa è la sala della Mostra “Frida Kahlo e Diego Rivera” dedicata a circa 80 fotografie: grandi fotografi hanno ritratto la coppia o i soggetti separatamente, con intensi primi piani e intenti a lavorare nei loro studi. Vi sono inoltre i taccuini di Diego Rivera, disegni, abiti e un busto in gesso di Frida Kahlo.

Una vita di passione, arte, amore, rivoluzione: i murales di Diego Rivera e i suoi messaggi di lotta per rendere il mondo migliore; i dipinti introspettivi di Frida, con cui cercava di lenire il dolore con il colore sulle tele. In 130 opere una mostra decisamente consigliata di alto livello artistico e qualitativo.

Consigli utili per visitare la mostra: Frida Kahlo e Diego Rivera

6 pensieri su “Genova | Frida Kahlo e Diego Rivera

  1. fefjfefj ha detto:

    lo aspettavo proprio questo tuo post! mi spiace di non poterci andare…:(

    ti aggiungo una cosa che ho scoperto ieri: diego (non so se pure frida) era un caro amico di neruda. Ho visto ieri un suo quadro a casa di Neruda a Santiago!

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