Le motivazioni che mi spingono a leggere un romanzo piuttosto che un altro sono molteplici. Spesso vengo attratta dal titolo, a volte dalla copertina, intrigata dalla trama oppure interessata in funzione della nazionalità dell’autore. Nel caso di “Scompartimento n.6” sono stata incuriosita dalla trama, in particolar modo ero curiosa di capire come l’autrice finlandese Rosa Liksom riuscisse a mantenere alta l’attenzione del lettore, senza mai annoiare o cadere nel banale, descrivendo un “semplice” viaggio in treno.
Titolo: Scompartimento n.6
L’autrice: Rosa Liksom, nome d’arte di Anni Ylavaara, nasce in Lapponia nel 1958. Ex punk, ex giramondo, oggi Rosa Liksom è una delle scrittici più originali e influenti della Finlandia. Dopo gli studi di antropologia tra Helsinki e Mosca, il mondo russo è entrato nei suoi racconti e nei suoi romanzi. Scompartimento n.6 ha vinto il Premio Finlandia, il più alto riconoscimento letterario in patria.
Editore: Iperborea
Il mio consiglio: per chi ama i viaggi in treno, l’inverno, la Russia, la poesia, la Storia
La ragazza tornò a rifugiarsi in corridoio. Il treno avanzava pulsando il suo ritmo regolare. Non lontano dalla ferrovia, un vecchio spalava neve dal tetto di una casa collassata su un fianco. Dietro la casa un torrente arrugginito serpeggiava nel candore della piana innevata fino a perdersi nell’ombra di un’estenuata foresta secolare. Presto la possente taiga avrebbe divorato tutto il resto. […] Immaginò quel paesaggio in estate, vide un prato giallo canarino, i contorni caldi e azzurrati della foresta, i boschi di betulle imporporati al tramonto, le ombre scure e fresche dei campi e una nuvoletta riccia. Alla fine si avvicinà controvoglia alla porta dello scompartimento e la dischiuse piano. Il russo era abbandonato sul suo letto come un animale morto.
Nel lungo racconto di Rosa Liksom ci sono solo due personaggi, che per due settimane devono convivere all’interno dello scompartimento n.6 del treno. L’uomo russo, Vadim, è un carpentiere russo che beve vodka come se fosse acqua, che viaggia da un posto all’altro della Grande Russia per lavorare; partito da Mosca con la Transiberiana, deve raggiungere un cantiere di lavoro a Ulan Bator, in Mongolia. La ragazza finlandese, della quale non viene mai detto il nome, è una studentessa di archeologia che si mette in viaggio per andare in Mongolia a vedere delle incisioni rupestri, ma anche per lasciarsi alle spalle un dolore sentimentale: Mitka, il suo ragazzo che si è finto pazzo per non andare a combattere in Afghanistan.
Compressi nello scompartimento e costretti a convivere fianco a fianco, il tempo viene ammazzato giocando a dama, bevendo, mangiando, dormento e parlando, anche se a parlare è solo Vadim. La ragazza ascolta senza mai intervenire nel discorso, senza mai manifestare una propria idea, una propria visione delle cose che la circondano.
Lo scompartimento è l’ambientazione del racconto, quello spazio chiuso e immobile che, se visto con un’ottica più ampia, è in realtà in perenne movimento perché il treno viaggia giorno e notte. Il racconto si svolge negli anni ’80, quando l’Unione Sovietica sta per sgretolarsi. Quell’immenso gigante che sin dagli anni ’20 incuteva timore all’Europa per la sua potenza, sta iniziando a perdere colpi e le proprie popolazioni iniziano a manifestare i disagi di un regime totalitario eccessivamente opprimente.
La Transiberiana è la protagonista del racconto, assieme al paesaggio siberiano e alle città attraversate. In alcune occasioni, il treno sosta in una città e Vadim e la ragazza possono sgranchirsi le gambe passeggiando. Le città sono descritte magistralmente: gli odori, i colori, il degrado, le genti, i tramonti, i suoni, gli alberi, la neve. Ad un lettore che come me non è mai stato in Russia, la potente scrittura di Rosa Liksom fa sì che questi paesaggi entrino nel cuore di chi sta leggendo la frase.
Ad una ad una sfilano le città industriali, quelle città nate nel nulla attorno ad un pozzo petrolifero o ad una miniera di qualche prezioso elemento; sfilano le foreste, immense, innevate, immobili; si susseguono albe e tramonti, che fanno fiammeggiare la neve, che la colorano con romantiche tonalità e gradazioni che l’occhio umano non riesce neppure a cogliere.
Il treno corre lungo i binari di ferro come i pensieri dell’uomo russo e della ragazza finlandese corrono senza un ordine preciso; all’interno della narrazione, spesso la Liksom introduce i ricordi della ragazza come dei piccoli flashback, ma questi non disturbano la lettura, anzi: sembra ancora più reale, mi sono sentita ancora di più immersa nel racconto. Chi viaggia in treno lo sa bene: quante volte guardando fuori dal finestrino, un colore, un oggetto, un soggetto che vediamo ci fanno venire in mente qualcosa del nostro passato.
Il treno avanza pulsando attraverso il paese innevato, deserto. Tutto è in movimento: la neve, l’acqua, l’aria, gli alberi, le nuvole, il vento, le città, i villaggi, gli uomini e i pensieri.
Rosa Liksom descrive così bene la Transiberiana, la Siberia, le città, i sentimenti dei viaggiatori perché nel 1986 fece un viaggio da Mosca a Ulan Bator, un viaggio senza dubbio formativo e illuminante per chi vuole conoscere il mondo, le culture lontane dalla nostra e vuole vedere dei paesaggi differenti.
“Scompatimento n.6” è un libro bellissimo, intenso, evocativo, che vi farà innamorare della Siberia, dei suoi paesaggi, dei suoi colori, delle sue città; vi farà innamorare dell’ex-Unione Sovietica, delle sue genti, della varietà dei popoli, culture, lingue e dialetti. Un viaggio sulla Transiberiana per noi occidentali credo che sia un’esperienza magnifica, anche se molto difficile per chi come noi è abituato a tutte le comodità. Per chi pensa di non poter sopportare un viaggio del genere, Rosa Liksom ci regala tutte queste emozioni in “Scompartimento n.6“, un libro da leggere per chi ama i treni, i viaggi, l’inverno e la Russia.
Ambientato in treno ho letto corto viaggio sentimentale di svevo e non mi era piaciuto.
Questa tua recensione mi incuriosisce. Quando finirò quedto periodo latino americano mi trasferirò in Russia… almeno con le letture
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Ciao Federica! Grazie del commento! Se ti piacciono i viaggi in treno, questo romanzo fa per te!
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Una bellissima lettura, mi unisco al tuo commento positivo 🙂
È davvero un romanzo meraviglioso, pieno di immagini suggestive. Ho avuto la possibilità di incontrare l’autrice ed è stata una possibilità in più per assaporare fino in fondo il romanzo.
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Speriamo di poterla conoscere, prima o poi! Io non vedo l’ora che venga tradotto in italiano qualche altro suo romanzo!
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Molto interessante, mi sembrano le atmosfere giuste per la stagione che va raffreddandosi e che richiede bevande calde e libri a volontà, quindi finisce direttamente nella lista dei libri che spero qualcuno leggerà per il mio imminente compleanno! 🙂
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Ciao Cristina! Sì è un ottimo libro per la stagione invernale e per chi ama i viaggi in treno! Felice di averti dato un suggerimento per il compleanno 🙂
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