Abigail Tarttelin | Golden Boy

In ogni questionario precompilato vi è la possibilità di crocettare il proprio sesso: maschio o femmina. Quando si va a votare, bisogna disporsi  in due code, poiché vi sono un registro maschile e uno femminile. Quando si scopre che la nostra amica ha partorito, per prima cosa le si chiede: hai avuto un maschio o una femmina? Quando si va in un negozio, vi sono scarpe da maschi e da femmine; abiti per maschi e per femmine. Persino nel reparto giocattoli dei supermercati vi sono giochi per maschietti e per femminucce. Insomma, sembra che il nostro mondo sia dominato da un binarismo sessuale. Ma è proprio così?

Titolo: Golden Boy

L’autrice: Abigail Tarttelin nasce a Grimsby (Gran Bretagna) nel 1987. Attrice, sceneggiatrice per il teatro e la televisione e editor di numerose riviste on-line, nel 2013 è stata premiata con il Power 1000, il premio per le 1000 personalità più influenti di Inghilterra.

Editore: Mondadori

Il mio consiglio: sì perché aprire la mente verso il mondo di chi non è maschio ma nemmeno femmina aiuta a diminuire la discriminazione di genere

 

«Archie» mi interrompe Max. «Mi dica cos’è che sono.» Rimango un istante in silenzio, poi annuisco. «Non posso dirti perché, ma sei quello che viene definito un vero ermafrodito, nato con tessuto sia ovarico che testicolare. Tra i veri ermafroditi si possono distinguere tre diversi cariotipi, vale a dire tre diverse combinazioni genetiche. I cromosomi X e Y sono quelli che ci definiscono da un punto di vista sessuale» provo a spiegare spalancando il palmo della mano. «Il cariotipo di un vero ermafrodito può essere 47,XXY; 46,XX/46,XY; oppure 46,XX/47,XXY. Gli intersex, esattamente come tutti gli altri individui di sesso maschile o femminile, presentano caratteristiche fisiche estremamente varie, quindi anche con la stessa configurazione genetica possono essere molto diversi tra loro.»
«Un momento. Io…» esclama Max, poi s’interrompe, esita, tenendo la testa tra le mani come se non riuscisse a concentrarsi. «Una femmina è XX, giusto?»
«Sì, e un maschio XY.»
«Mi può dire, per favore…» – abbassa la testa, disperato – «se sono un maschio o una femmina?»
«Max, te l’ho detto. Non sei né l’uno né l’altra. Il tuo cariotipo è 46,XX/46,XY.»

Max ha sedici anni ed è un ragazzo d’oro: eccelle negli sport e nello studio, è il fratello maggiore che tutti vorrebbero, paziente e simpatico; Max ha successo con le ragazze, che fanno la fila per farsi dare un bacio. I suoi genitori sono due ricchi avvocati, vivono in una bellissima villa in un buon quartiere di Hemingway e tutto sembra assolutamente perfetto. Se non per un dettaglio: Max è un soggetto intersessuale, presenta caratteri sessuali sia maschili che femminili. Questo è il segreto che Max si porta dietro da sedici anni. Questo è il segreto che gli impedisce di spogliarsi e farsi vedere dalle ragazze che a lui piacciono. Un segreto che però è condiviso dai suoi genitori, dalla famiglia dei migliori amici dei suoi e dal loro figlio, Hunter.

Una notte di settembre, però, tutto il mondo di Max crolla e tutto non potrà più essere come prima. Proprio Hunter, ubriaco e fatto, una notte di settembre fa violenza a Max, che da quel momento si vede costretto a rivedere molti aspetti della sua esistenza.

Inizia per Max e la sua famiglia un periodo difficile; vengono chiamati nuovamente in causa i medici, che cercano di consigliargli cosa è meglio fare. I genitori di Max l’hanno sempre tenuto all’oscuro, dando lui solo alcune informazioni in modo intermittente. E’ grazie ad un medico indiano che Max scopre che lui è un intersex del tipo 46 XX/ 46 XY ovvero un soggetto che presenta organi sessuali sia maschili (ad eccezione dei testicoli) sia femminili (utero compreso).

Il romanzo narra sia dei drammatici avvenimenti a seguito dello stupro, sia la difficoltà di Max di come presentarsi al mondo, giunto finalmente alla soglia della maturità. I suoi compagni di scuola fanno le prime esperienze sessuali, mentre Max ha solo baciato finora. Max ama una ragazza, Sylvie, ma ha paura di sconvolgerla raccontandole del suo segreto.

Mentre la madre di Max si sbatte perché Max si faccia asportare l’utero e l’ovaio rimasto, il padre di Max lo spinge a restare così, perchè lui non sarà mai né un maschio né una femmina, quindi è inutile farsi mutilare e poi magari pentirsene amaramente.

Ciò che ho trovato molto bello di questo romanzo è la figura di Sylvie, la ragazza di Max. Il primo impatto con la realtà di Max l’ha sconvolta, l’ha fatta precipitare in una crisi di panico, ma poi ha deciso di accettare Max per quello che è, anzi di amare Max così com’è.

La gente comune non immagina che possano nascere questi individui che presentano anomalie cromosomiche che portano a disordini della differenziazione sessuale; per la gente comune ci sono solo i transessuali, coloro che nati o maschi o femmine, si sentono inadeguati nel proprio corpo e cambiano sesso volontariamente. Gli intersessuali nascono proprio così, non scelgono di diventarlo. Questa è già una bella differenza, che molti non sanno.

Essere intersessuale è difficile, anzitutto perché la società tende a vederli come mostri o reietti, discriminandoli in ogni campo. Inoltre, proprio a causa della scarsa cultura, i medici approfittano dell’ignoranza dei genitori per riassegnare al nascituro un sesso definito. Medici dal bisturi facile che “correggono” i difetti e portano così l’individuo ad essere un maschio o una femmina. Solo che in realtà non saranno comunque maschi o femmine, poiché avranno apparati riproduttori malfunzionanti (o non funzionanti del tutto) o apparati riproduttori solo a metà. In effetti, si tende oggi a vedere questi interventi chirurgici correttivi come delle vere e proprie mutilazioni.

Nel caso del protagonista del romanzo, il padre di Max non ha voluto intervenire chirurgicamente su di lui, lasciandolo così libero di decidere in futuro; a molti individui intersessuali questa scelta non viene lasciata. Capita così che i medici riassegnino un certo sesso e l’individuo una volta adulto non si senta a suo agio nell’identità sessuale assegnata dagli specialisti. Questo provoca grandi disagi psicologici e molto spesso, purtroppo, porta all’isolamento totale o addirittura – in casi estremi – al suicidio.

Se la società capisse che non esistono solo due generi, ma vi possono essere altre possibilità, forse i soggetti intersessuali coinvolti vivrebbero molto meglio. Potrebbero costruirsi una famiglia, come tutti gli altri, avere eventualmente dei figli (non tutti gli intersex sono sterili come erroneamente si pensa) e potrebbero avere amici senza nascondere loro segreti, come il povero Max del romanzo. Tutti noi dovremmo allargare le nostre vedute e documentarci perché nulla fa più paura di ciò che non si conosce o non si vuole conoscere.

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2 pensieri su “Abigail Tarttelin | Golden Boy

    • Claudia ha detto:

      Sono contenta che ti abbia incuriosita! E’ un buon romanzo, anche se a tratti è molto crudo.
      Se ti interessa l’argomento, ti consiglio anche “Middlesex” di Jeffery Eugenides, molto più scanzonato e divertente 🙂 dovresti trovare un mio commento sul blog o su aNoobi!

      "Mi piace"

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