C’è stato un periodo della mia vita in cui vivevo di romanzi gialli. Ho letto quasi tutti i romanzi di Agatha Christie, ho conosciuto Sherlock Holmes e Watson, ho seguito i casi di Lyncoln Rhyme, seguito le scrittrici americane Khaty Reichs e Tess Gerrstein e leggiucchiato i romanzi gialli di autori semi-sconosciuti. L’importante è che ci fosse un morto e un detective, meglio se un serial killer e un geniale investigatore scientifico. Insetti, sangue, coltelli, morti carbonizzati, veleni… chi più ne ha più ne metta. Poi ho deciso di cambiare genere, e ho letto altra narrativa. Capita però che i gialli mi appassionino ancora molto e poco prima di Natale ho adocchiato “Il messaggio nella bottiglia” sullo scaffale di un supermercato. L’editore è Marsilio, quello di Stieg Larson. Bene. L’autore è un danese. Molto bene. La trama è accattivante e le recensioni sono buone. Molto, molto bene.
Titolo: Il messaggio nella bottiglia
L’autore: Jussi Adler-Olsen (Copenaghen, 1950) dopo avere svolto i lavori più vari, quali redattore di riviste e fumetti, coordinatore del movimento per la pace danese, caporedattore di settimanali e trasmissioni televisive, è oggi scrittore a tempo pieno
Editore: Marsilio
Il mio consiglio: trascinante, lo consiglio
Dalle acque dell’oceano giunge una bottiglia con un messaggio contenuto all’interno. Il poliziotto scozzese che la trova, non capisce cosa ci sia scritto, le lettere sono semi cancellate dall’acqua ma non sembra scritto in inglese; un’esperta, capisce che si tratta della lingua danese, e viene inviato in Danimarca alla sezione Q diretta dallo sfaticato Carl Mørck. Il poliziotto danese dovrà, con l’aiuto della sua squadra, scoprire chi ha scritto quel messaggio, che pare sia scritto col sangue e l’unica parola che si capisce subito è “AIUTO”. Chi ha scritto quel messaggio? Quando? E’ ancora vivo l’autore?
Nel frattempo, un serial killer che sceglie di rapire i bambini danesi appartenenti a delle sette religiose, colpisce una nuova famiglia. Prende i bambini, Samuel e Magdalena, e invia la richiesta di riscatto alla famiglia. Ma qualcosa va storto.
C’è un legame tra il messaggio nella bottiglia e questo seriale che rapisce i bambini?
Carl Mørck e la sua squadra hanno a che fare con una vera gatta da pelare, e più si va avanti, più il gioco diventa pericoloso.